Finalmente liberi, dopo 108 giorni di prigionia in Libia, i 18 pescatori di Mazara del Vallo, sono già partiti alla volta della Sicilia, a bordo delle due imbarcazioni che erano state sequestrate e sono attualmente a circa 250 miglia da Mazara del Vallo.
Arriveranno tra stanotte e domattina a Mazara del Vallo. Lo dicono i parenti che stamane hanno contattato via radio gli uomini dell’Antartide e della Medinea.
Erano stati arrestati con l’accusa di aver violato le acque territoriali. Tre mesi fatti di appelli, polemiche, lavoro diplomatico e di intelligence, interrogazioni e proteste e conclusi con un blitz del premier Giuseppe Conte e del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a Bengasi per incontrare il generale Haftar.
“Voglio tornare a lavorare, non a fare la guerra”, ha detto stamane il comandante del peschereccio Medinea, Pietro Marrone, in un collegamento via radio trasmesso da Rainews 24.
“I nostri carcerieri – ha aggiunto Marrone – non volevano che li guardassimo negli occhi, altrimenti ci avrebbero infilato la testa nel bidet”. Il comandante ha anche detto che i marinai spesso cucinavano per i carcerieri e dovevano loro servire il cibo, sempre con il divieto di guardarli in faccia e di aver condiviso due celle, insieme ai suoi compagni, con altri detenuti stranieri.