Il gup del tribunale di Patti Eugenio Aliquò, al termine del rito abbreviato, ha condannato a due anni e otto mesi di reclusione un giovane di 26 anni, ritenuto responsabile di violenza sessuale ai danni di una ragazza.
La vicenda si riferisce a fatti accaduti a Patti nel settembre dello scorso anno, quando, secondo l’accusa, il giovane avrebbe costretto la vittima a subire atti sessuali, dopo averla condotta con violenza un luogo isolato e buio. Tentò ripetutamente di avere un rapporto completo contro la volontà della ragazza che riuscì a divincolarsi e a sottrarsi dalla violenza dell’aggressore.
Per la difesa del giovane, rappresentato dagli avvocati Giuseppe Lo Presti e Giovanni Villaroel, i fatti si sono svolti in modo completamente diverso. Hanno sostenuto con forza la sua innocenza, evidenziando che la ragazza fosse consenziente. I legali della difesa hanno anche prodotto documenti per verificare i momenti che hanno caratterizzato questa circostanza, confermando che non ci fu violenza e che il loro assistito, che si trova ai domiciliari, dal momento del suo arresto, effettuato dai carabinieri della compagnia di Patti, è innocente.
Il Pm Alessandro Lia, al termine della sua requisitoria, ha richiesto la pena di 6 anni di reclusione, ridotta di un terzo per il rito, a 4 anni. Il giudice ha disposto la condanna a due atti e otto mesi di reclusione. I legali della difesa hanno già preannunciato appello, per ribadire, anche in secondo grado, l’inconsistenza delle accuse e l’innocenza del loro assistito.