In zona rossa è prevista la chiusura dei centri estetici, mentre restano aperti parrucchieri e barbieri. Questa la discriminazione contro cui Confestetica ha fatto ricorso al Tar del Lazio.
Shockante la memoria difensiva dell’avvocatura dello Stato, che ha giustificato la decisione sostenendo una tesi che evidenzia un’assurda disparità di genere: la depilazione del viso e del corpo di una donna – secondo i legali del governo – non sono esigenze essenziali di cura e di igiene della persona, al contrario della barba dell’uomo, che sarebbe invece essenziale.