Il dado è tratto. Sfuma, dopo quattro giorni di consultazioni, il Conte Ter. Troppa la distanza tra le parti politiche che avrebbero dovuto formare la maggioranza nel terzo mandato dell’ormai ex presidente del consiglio.
Ieri, intorno alle 19.30, il Presidente della Camera Roberto Fico, è salito al Quirinale per riferire a Sergio Mattarella l’impossibilità di formare un nuovo Governo.
Quattro giorni non sono bastati per rimettere insieme la maggioranza del governo giallorosso. “Permangono distanze alla luce della quali non ho registrato unanime disponibilità per dare vita alla maggioranza”, è costretto a riconoscere il Presidente della Camera.
Si consuma definitivamente in un vertice fra big la rottura, ed è sui “nomi”, esplicita Renzi. Non che sui temi si sia trovata l’intesa, tutt’altro. Le responsabilità vengono rimpallate: Italia Viva le addossa al Pd e 5S e dice che ora non resta che affidarsi “alla saggezza del Capo dello Stato”. I Dem al contrario caricano sulle spalle di Renzi il peso della crisi: “inspiegabile”, il suo atteggiamento. “Voleva solo le poltrone”, accusa il M5s.
Il Capo dello Stato dunque, intorno alle 20.45, con un discorso molto lucido ha annunciato la sua intenzione di voler formare un Governo Tecnico, provando ad evitare le elezioni anticipate, che potrebbero creare problemi in periodo pandemico.
Il Presidente ha convocato per mezzogiorno al Quirinale Mario Draghi, chiamando alla responsabilità tutte le forze politiche.
All’ex numero uno della Bce sarà affidato il compito di dare vita a un nuovo esecutivo di “alto profilo” che, nella pienezza dei propri poteri, possa combattere il virus, fronteggiare la crisi sociale e gestire gli oltre 200 miliardi di euro del Recovery plan.