Estradato dagli Stati Uniti, dopo una battaglia lunga cinque anni, Ferdinando Gallina, detto Freddy, 44 anni, killer di Cosa nostra, destinatario di tre ordinanze di custodia cautelare in carcere e ritenuto responsabile di tre omicidi di mafia. Gallina è ritenuto uomo d’onore della famiglia mafiosa di Carini (Palermo), ritenuto il braccio destro del boss palermitano Salvatore Lo Piccolo.
I provvedimenti scaturiscono dalle indagini, coordinate da un gruppo di sostituti della Dda diretti dal Procuratore Aggiunto Salvatore De Luca, e condotte dal Nucleo Investigativo di Palermo a seguito delle dichiarazioni auto ed etero accusatorie rese dai collaboratori di giustizia Gaspare Pulizzi e Antonino Pipitone, uomini d’onore della famiglia mafiosa di Carini, che hanno permesso di acquisire elementi di correità fra loro e Gallina “negli episodi di sangue che hanno riguardato gli omicidi di Francesco Giambanco, Giampiero Tocco e Felice Orlando”.
In questo contesto “risulta aver collaborato attivamente con elementi di spessore di Cosa nostra quali Vincenzo e Giovambattista Pipitone e Antonio Di Maggio e Antonio Di Maggio per dare esecuzione alle direttive espressamente impartite dai boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo”, dicono i Carabinieri.
Ferdinando Gallina, detto Freddy, era stato fermato alla fine del 2017 a New York, dove era arrivato clandestinamente attraverso il Canada, nascosto nel portabagagli di una macchina. Era scappato qualche mese prima, violando la sorveglianza speciale.
Negli ultimi mesi si sono accelerate le procedure per arrivare alla estradizione dell’uomo, che venne arrestato per la prima volta nel 2008 nell’ambito dell’inchiesta denominata ‘Addio Pizzo’, condotta dal Nucleo investigativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Palermo.
Dopo un periodo passato in carcere, nel 2014 era uscito e venne sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Carini (Palermo). Ma dal 2016 si era reso irreperibile.
Freddy Gallina è figlio di Salvatore già reggente della famiglia di Carini e catturato nel 1997 da latitante essendo implicato nel sequestro e uccisione del piccolo Giuseppe di Matteo (figlio del collaboratore Santino di Matteo).