venerdì, Novembre 22, 2024

Corleone, il sindaco tra i “furbetti” del vaccino: “mi dimetto”

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È bufera sul sindaco di Corleone, Nicoló Nicolosi, dopo le indagini dei carabinieri del Nas che hanno segnalato alla Procura di Termini Imerese che il sindaco, 79enne, e gli assessori della sua giunta si erano vaccinati contro il Covid 19, nonostante non rientrassero tra le categorie che ne avevano diritto.  I carabinieri hanno fatto controlli a campione su 200 delle 800 somministrazioni eseguite accertando per il momento 6 casi.

Il sindaco, travolto dalle polemiche, ha annunciato, attraverso la pagina Facebook del Comune, di avere convocato per domattina la giunta per presentare le sue dimissioni. Secondo quanto riportato sulla stessa pagina nelle scorse ore “Il sindaco ha confermato che ha ricevuto la prima dose di vaccino l’8 gennaio e la dose di richiamo il 31 gennaio. Ha fatto il vaccino in modo consapevole, non tanto per tutelare la salute, quanto perché preoccupato, se infettato, di dovere trascurare per un tempo non breve l’attività amministrativa, in un momento in cui i molteplici impegni, derivanti anche dalla diffusione del virus, oltre che da tutte le altre attività che si stanno portando avanti, imponeva una presenza costante sul campo, cosa che ha consentito non solo di fronteggiare con prontezza l’emergenza, ma nel contempo di ottenere cospicui finanziamenti per risolvere annose questioni legate alle infrastrutture, al decoro urbano, agli impianti sportivi, alla illuminazione pubblica e tanto altro di cui si è dato conto al Consiglio comunale e alla città. 

Peraltro il sindaco, nella sua qualità di presidente della Conferenza dei sindaci della sanità provinciale, ha subito segnalato al presidente della Regione Musumeci e all’assessore alla Sanità Razza la necessità di equiparare i sindaci e gli amministratori locali agli operatori sanitari e quindi inserirli nella prima fascia dei soggetti da proteggere proprio per i compiti che sono chiamati ad assolvere anche in relazione alla tutela della salute della comunità amministrata. Pertanto il sindaco rivendica la correttezza dettata dall’esigenza di quanto in premessa della scelta compiuta, sottolineando che egli non è mai mancato un giorno nello svolgimento delle sue incombenze di sindaco nella direzione delle attività amministrative. Ribadisce scelta compiuta consapevolmente per evitare che l’eventuale contatto con il virus lo potesse costringere ad abbandonare il posto in trincea, che tutti i sindaci e gli amministratori locali hanno il dovere di presidiare sempre e in particolare nei periodi di grave emergenza quale quella attuale. Ben venga quindi l’approfondimento delle indagini in corso che servirà a chiarire le ipotizzate responsabilità.”

 

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