Danimarca, Norvegia, Islanda, Austria, Estonia, Lituania, Lussemburgo e Lettonia hanno sospeso la somministrazione dei farmaci della ditta anglo-svedese provenienti dal lotto Abv5300 (che non è lo stesso distribuito in Italia) in via precauzionale per 14 giorni. Il ministro danese della Salute ha comunque precisato che non è ancora chiaro se i problemi rilevati sono legati al farmaco.
E nemmeno in Italia, al momento, è stato stabilito un nesso di causalità tra la somministrazione delle dosi del vaccino AstraZeneca e i gravi eventi accaduti, ma in attesa di ulteriori verifiche, in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi appartenenti al lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca anti COVID-19, AIFA ha deciso in via precauzionale di emettere un divieto di utilizzo di tale lotto su tutto il territorio nazionale e si riserva di prendere ulteriori provvedimenti, ove necessario, anche in stretto coordinamento con l’EMA, agenzia del farmaco europea.
Il lotto sospeso dall’Aifa, a quanto si apprende, è quello somministrato ai due militari deceduti in Sicilia dopo la somministrazione del composto. In entrambi i casi è stata disposta l’autopsia. Il primo caso risale al 9 marzo. Stefano Paternò, 43 anni, residente a Misterbianco (Catania), sottoufficiale della Marina militare ad Augusta, è morto nella sua abitazione, dodici ore dopo essersi sottoposto alla prima dose di vaccino.
Dubbi anche sulla morte di Davide Villa, poliziotto in servizio a Catania, deceduto alcuni giorni dopo aver ricevuto la dose.
AIFA sta effettuando tutte le verifiche del caso, acquisendo documentazioni cliniche in stretta collaborazione con i NAS e le autorità competenti. I campioni di tale lotto verranno analizzati dall’Istituto Superiore di Sanità.
L’Agenzia Italiana del Farmaco comunicherà tempestivamente qualunque nuova informazione dovesse rendersi disponibile.