Incendio, procurato allarme e tentata truffa per fatti accaduti a Canneto di Caronia nel 2014. Di questo si dibatte al tribunale di Patti nel processo a carico di Giuseppe Pezzino, 31 anni ed Antonino Pezzino, 61 anni, entrambi residenti a Canneto di Caronia.
Il primo è difeso dagli avvocati Domenico e Giorgio Magistro, il secondo dall’avvocato Francesco Pizzuto.
Il pm di udienza è Alessandro Lia, il giudice monocratico è Giovanna Ceccon; presiede un processo che, fino a questo momento, ha cambiato già quattro giudici.
Il capo d’accusa fa riferimento a svariati episodi di incendio, poi a procurato allarme, perché, secondo l’accusa, entrambi gli imputati avrebbero riferito su pericoli inesistenti connessi a misteriosi fenomeni incendiari in corso di verificazione a Canneto di Caronia, reclamando l’intervento delle istituzioni.
Infine sostenendo che questi incendi fossero inspiegabili e del tutto simili a quelli che si verificarono sempre a Canneto di Caronia nel 2004, avrebbero richiesto la dichiarazione dello stato di emergenza, inducendo la Regione ad erogare somme a titolo di indennizzo, contributi e risarcimenti. Da qui la tentata truffa.
Il processo è già alla fase del dibattimento; fino a questo momento sono stati sentiti i testi delle parti offese e delle parti civili che si sono costituite in giudizio – il comune, la Regione ed alcuni privati.
Il 2 aprile, nel giorno della successiva udienza, ci sarà la deposizione del sindaco del tempo Calogero Beringheli e poi di un esponente delle forze dell’ordine. Concluso il blocco dei testi dell’accusa, si passerà a quelli della difesa ed in questa fase successiva del dibattimento i legali della difesa, attraverso i loro testimoni e i periti, cercheranno di confutare i capi di imputazione, puntando ad un verdetto di assoluzione.