Si appostarono nei pressi dell’abitazione di un ristoratore di Merì per tendergli un agguato. Al suo arrivo, mentre era in auto, in attesa che si aprisse il cancello, il malcapitato si è visto sparare contro alcuni colpi di pistola, attutiti dalla carrozzeria. Solo grazie ad una manovra repentina il ristoratore è riuscito a mettersi in salvo all’interno della sua abitazione.
Con l’accusa di tentato omicidio, detenzione illecita e porto abusivo di armi e rapina con l’aggravante del metodo mafioso, i carabinieri oggi hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di tre persone: il 31enne Salvatore Chiofalo, il 28enne Santino Benvenga, già detenuti per altro reato, e il 27enne Carmelo Cannistrà, accusati a vario titolo per i fatti avvenuti il 30 maggio 2015.
I Carabinieri della Compagnia di Barcellona, intervenuti nell’immediatezza dei fatti, sulla scena del crimine catalogavano e repertavano numerose tracce utili sia per gli accertamenti biologici che balistici, tra cui bossoli calibro 9×21 e alcuni mozziconi di sigarette. Alcune settimane dopo, nel luglio 2015, grazie anche alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, i Carabinieri hanno rinvenuto, in un’abitazione abbandonata di Barcellona Pozzo di Gotto, un arsenale di armi e munizionamento,nella disponibilità del clan mafioso dei “Barcellonesi”. In particolare tra le armi sequestrate vi erano anche due pistole calibro 9×21.
L’esame del DNA, eseguito sui mozziconi ritrovati sul luogo del tentato omicidio, ha permesso di identificare i tre odierni arrestati.
Gli accertamenti balistici compiuti dai Ris di Messina hanno anche permesso di appurare che le armi sequestrate erano state utilizzate per commettere vari delitti tra cui il tentato omicidio e la rapina oggetto di contestazione.
Il G.I.P. del Tribunale di Messina, condividendo la ricostruzione operata dall’Ufficio di Procura, a seguito dei convergenti elementi probatori acquisiti nel corso delle indagini dai Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto, ha emesso l’Ordinanza di Applicazione della Misura Cautelare in carcere a carico degli odierni indagati.