Alle 2 della notte tra sabato 27 e domenica 28 marzo 2021 le lancette si spostano in avanti di 60 minuti. Per una notte si dormirà un’ora in meno, ma guadagneremo un’ora di luce e giornate più lunghe.
È l’effetto dell’ora legale, che torna domani per restare in vigore fino al 31 ottobre, quando tornerà l’ora solare.
L’ora legale è una convenzione internazionale adottata per sfruttare al massimo le ore di luce durante la bella stagione e ridurre i consumi energetici. Di fatto non aumentano le ore di luce disponibili, ma portando avanti di un’ora le lancette queste ore vengono maggiormente sfruttate.
In Italia è stata introdotta la prima volta durante la prima guerra mondiale, ma in forma stabile è stata adottata solo nel 1966. A livello europeo, dal 1996 tutti gli Stati coordinano il cambio dell’ora e spostano le lancette avanti di un’ora a marzo e indietro di un’ora a ottobre.
Ma è l’ultima volta?
Nel 2018 il Parlamento europeo ha votato una proposta della Commissione europea che chiede di abolire il cambio dell’ora. Ai tempi la decisione aveva scatenato un ampio dibattito ma poi la questione era andata raffreddandosi, dal momento che la deadline inizialmente fissata per il 2019 era stata posticipata al 2021. Ora però il 2021 è arrivato e, entro la fine dell’anno, ciascuno Stato dell’Unione europea dovrà decidere se adottare l’ora legale o l’ora solare.
Una prospettiva che fa discutere e che spacca in due l’Europa, coi Paesi mediterranei favorevoli al cambio dell’ora (o al mantenimento dell’ora legale, come avrebbe già scelto la Francia) e quelli del Nord, dove c’è un’alternanza luce-buio molto diversa a causa della vicinanza con il Circolo polare artico, entusiasti della direttiva comunitaria e pronti a regolarsi sul sole tutto l’anno.
Il rischio, dunque, è che si perda la coesione oraria dell’Europa, generando più confusione di quanto avvenga con due cambi dell’ora all’anno uguali per tutti gli Stati membri. Lasciando infatti la libertà a ogni singolo Paese di scegliere quale adottare, solare o legale, ci sarebbero in vigore due orari ufficiali applicati a macchia di leopardo, a seconda delle scelta degli Stati. Inoltre, dal momento che è arrivato il via libera del Parlamento ma non ancora quello del Coniglio europeo, ci sono ancora margini per una trattativa.
Ad alcuni Paesi, come ad esempio l’Italia che ha sempre guardato con freddezza alla proposta, potrebbe essere concesso di mantenere il cambio dell’ora. Andando così a parcellizzare ulteriormente l’orario del Vecchio continente tra chi adotta l’ora solare, chi quella legale e chi le utilizza entrambe.