Non sono passate inosservate le centinaia di carcasse di animali trasparenti, dal nome “Salpa maxima”, che nei giorni scorsi si sono spiaggiate sul litorale di Capo d’Orlando.
Somigliano vagamente alle meduse, in quanto animali dalla struttura trasparente e gelatinosa, ma non sono pericolosi né urticanti, dunque si possono toccare. Così come le meduse, le salpe sono il cibo preferito delle tartarughe marine. Le Salpe maxime sono animali semplici, che non riescono a contrastare le correnti.
Per capire meglio questo evento, indubbiamente insolito sulle spiagge del messinese, abbiamo chiesto delucidazioni al biologo marino messinese Luca De Lucia.
«È verosimile – ci spiega – che le correnti e le mareggiate delle scorse notti abbiano provocato lo spiaggiamento delle salpe maxime, e conseguentemente, purtroppo, la morte».
Le salpe maxime si nutrono di fitoplancton ed a loro volta sono megaplancton. La palla rossa che si nota nelle foto è lo stomaco. Anche se abitano tutti i mari, incluso il Mar Mediterraneo, non capita spesso di incontarle. Di giorno vivono tra i 200 e gli 800 metri di profondità, mentre di notte risalgono in superficie.
«All’interno del loro corpo – aggiunge De Lucia -, inoltre, si può trovare una sorta di “gamberetto”, che è un commensale che si nutre di quello che mangia il tunicato».
Scientificamente conosciuti come Urocordati, i Tunicati sono organismi che fanno da anello di congiunzione tra invertebrati e vertebrati. I taliacei fanno parte della grande famiglia dei tunicati. In particolare il taliaceo salpa si mostra spesso in cordoni lunghi anche 20 metri, formati da individui singoli, che fluttuano con le correnti.
Nella notte emanano un’intensa luminescenza, notevole quando sono abbondanti e ricoprono vaste superfici marine, come avviene nelle zone calde.