sabato, Novembre 23, 2024

Misure cautelari per 7 minorenni tunisini, ospiti di un centro di accoglienza a Messina. Sono accusati di furto, rapina, lesioni e violenza privata.

Polizia di Stato
Polizia di Stato

Sette minorenni stranieri, di origine tunisina, ospiti di un centro di accoglienza di Messina sono ritenuti responsabili dei reati di furto aggravato, rapina aggravata, violenza privata e lesioni personali. I reati sarebbero stati commessi tra il dicembre 2020 e il gennaio 2021.

Sei dei sette destinatari di misura cautelare, emessa dal Tribunale per i Minorenni di Messina sono stati trasferiti presso gli istituti di custodia per minorenni, competenti per territorio.

Il settimo invece, risulta allo stato irreperibile, essendo fuggito lo scorso 11 febbraio dalla struttura di accoglienza dove era stato ricollocato. È attivamente ricercato.

Quanto appurato dagli operatori della Polizia di Stato, coordinati dall’Autorità Giudiziaria, ha permesso di ricostruire i singoli episodi che vedono protagonisti i sette cittadini di nazionalità tunisina.

Nello specifico, trattasi di due episodi di rapina, una tentata, l’altra riuscita, ai danni di altri ospiti della struttura socio educativa e di una vera e propria aggressione nei confronti di chi, all’interno della medesima struttura, voleva denunciare i sette.

Nel pomeriggio dell’8 gennaio i rei, in gruppo e con violenza, costringevano la vittima a consegnare loro una banconota da 20 euro; stesso canovaccio per la tentata rapina della notte del 12 gennaio quando i rei, puntando alla gola della vittima un coltello e colpendola ripetutamente, tentavano di derubarlo.

Il giorno dopo, gli stessi aggredivano chi voleva denunciare quanto accaduto causando loro diverse ferite.

Il complessivo lavoro di accertamento e approfondimento ha quindi confermato condotte gravemente prevaricatrici e predatorie nonché una significativa capacità a delinquere.

Dalle indagini è inoltre emerso un ulteriore episodio precedente a quelli sopra descritti che vede i rei responsabili di furto presso un supermercato cittadino.

A ciò si aggiunge che i destinatari di misura cautelare, durante i trasferimenti presso altre strutture resisi necessari successivamente allo svolgersi dei fatti, hanno dato vita a vive forme di protesta, violente e convulse e a tentativi di fuga, nonché ad atti di autolesionismo.

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