venerdì, Novembre 22, 2024

Sicilia, non accenna a placarsi l’inchiesta sulla gestione della pandemia. Dati spalmati anche a Messina

coronavirus policlinico messina

Non accenna a placarsi l’inchiesta sulla sanità in Sicilia, che ha portato ieri all’arresto di tre dirigenti e alle dimissioni, quasi scontate, dell’Assessore alla Salute Ruggero Razza.

Parla di “disegno politico scellerato” il gip di Trapani che ha accolto la richiesta della Procura. Positivi e decessi “spalmati” nel tempo per evitare, secondo gli inquirenti, che la Sicilia fosse messa in zona rossa.

Oltre ai tre ai domiciliari sono indagati il vice capo di gabinetto dell’assessorato Ferdinando Croce e il dirigente Mario Palermo.

Ferdinando Croce, avvocato messinese, 38 anni, è accusato dalla magistratura di falsità materiale commessa da pubblico ufficiale “in concorso con Maria Letizia Di Liberti”, la dirigente generale dell’Assessorato alla salute” finita ieri ai domiciliari.

In particolare le intercettazioni tra i due svelano i retroscena di quando Messina fu posta nella cosiddetta, come disse Cateno De Luca, zona ultra Rossa lo scorso gennaio.

Nel bel mezzo della guerra tra De Luca e La Paglia, reo di camuffare i dati della provincia, una telefonata tra la Di Liberto e Croce dell’8 gennaio, raccolta dai Carabinieri, toglie di mezzo ogni dubbio.

Croce è preoccupato – secondo l’inchiesta – dai dati con un forte aumento provenienti da Messina, circa 800 in un giorno, per cui vorrebbe “bilanciare” il dato negativo inserendo quello dei guariti in modo che il dato allarmante dei “positivi” sia, in qualche modo, rassicurato dai soggetti “guariti”. In questo modo porrebbe fine alle polemiche di De Luca contro l’assessorato Regionale.

La Di Liberto non crede a questi numeri, asserendo che ci sia stata una contaminazione nel laboratorio del Policlinico di Messina.

Dopo diverse altre chiamate è costretta a rassegnarsi, chiedendo però di spalmare i nuovi contagiati, che da circa 800, nel bollettino dell’8 gennaio passarono a 361. Dati comunque alti, ma che, secondo la Di Liberto servivano a tranquillizzare una situazione che già appariva disperata. Messina qualche giorno dopo fu dichiarata zona rossa, con oltre 5.000 attuali positivi. Non proprio la gestione di una pandemia che ci si aspetta.

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