“L’espressione ‘spalmiamo i morti” è stata assolutamente infelice, anche se si usa nel gergo. Può suscitare giustamente indignazione: però se si fosse detto distribuiamola o accreditiamola, forse avrebbe suscitato meno reazione. Potrebbe capitare a chiunque di noi pronunciare una frase sbagliata o fuori contesto.”
Così il presidente Nello Musumeci nella sua lunga relazione all’Ars di ieri sera, difende il suo pupillo Ruggero Razza, dopo le dimissioni a seguito dello scandalo sanità.
“Quel termine si riferiva al fatto che quei dati erano arrivati dalle strutture con cinque giorni di ritardo, quindi non avrebbe avuto senso caricarli in un solo giorno, quello sì sarebbe stato atto falso. Non potevi dire che c’erano stati 26 morti in un giorno, quando erano stati in 4-5 giorni. Comunque li collochi il saldo finale non cambia”. Aggiunge Nello Musumeci, che poi si scaglia anche contro i magistrati:
“Chiedo ai magistrati che si stanno occupando della vicenda, più sobrietà, meno vetrine , meno interviste. Un PM nella fase iniziale dell’indagine deve avvertire la necessità di meno sovrapposizione mediatiche. Se fossi avvocato direi non si indaga per sapere se c’è notizia di reato ma perché c’è una notizia di reato. Un PM non deve esprime valutazioni di carattere morale o etico su persone che ricoprono cariche pubbliche, si deve occupare dei reati