«Con una decisione preoccupante e pericolosa, la Consulta ha decretato oggi l’incostituzionalità della legge che vieta ai condannati al fine pena mai per mafia che non collaborano con la giustizia di accedere alla liberazione condizionale.
In questo modo un giudice potrà concedere la libertà vigilata anche ai boss più feroci e senza che abbiano mai manifestato l’intenzione di collaborare con i magistrati. Il pronunciamento mette in pericolo l’impianto di contrasto alla criminalità organizzata per il quale giudici eroici e servitori dello Stato hanno perso la vita».
Lo dichiara Piera Aiello, deputata del Gruppo Misto, membro della commissione Antimafia e testimone di giustizia sotto scorta per minacce mafiose.
«Le istituzioni rischiano così di realizzare i desideri espressi dalla mafia stragista di Totò Riina nel famoso “papello”, e di rendere inutili i sacrifici dei magistrati assassinati da Cosa nostra. Corriamo il pericolo di ritrovarci feroci criminali in libertà e di perdere del tutto la fiducia dei cittadini e dei parenti delle vittime di mafia nello Stato.
Tuttavia, è indicativo che anche la Corte non abbia dato un secco pronunciamento di incostituzionalità, rinviando alle Camere la modifica dell’ordinamento attuale, e questo proprio per difendere la legislazione antimafia vigente. Insomma una decisione a metà, una scelta contraddittoria che però apre spiragli pericolosi.
Spero che i miei colleghi non si facciano artefici della distruzione dell’impalcatura di contrasto alla mafia che molti Paesi ci invidiano e che lo Stato non decida di arretrare per l’ennesima volta davanti alla prepotenza della criminalità organizzata».