Non si ferma l’intensa attività eruttiva dell’Etna: alle 18:12 di ieri ha preso il via il quinto parossismo in tre giorni, segno che la fase di frequente attività vulcanica iniziata nel febbraio scorso non era un fenomeno isolato.
Nella giornata di ieri l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia aveva già documentato un’eruzione, avvenuta intorno alle 7 del mattino.
Ieri sera, poi, un altro spettacolo serale sull’Etna: l’attività iniziata poco dopo le 18 ha fatto sollevare colonne di fumo e cenere alte ben 6 km e mezzo sul livello del mare ed alimentato una fontana di lava lungo il fianco del cratere di Sud Est e dall’analisi delle telecamere di videosorveglianza, dalle 21 circa non si osserva attività esplosiva al cratere di Sud Est.
La nube eruttiva prodotta dall’attività si è invece dispersa verso Est, in direzione mare e dalle 21.30 si è osservato un rapido decremento dell’ampiezza media del tremore vulcanico, i cui valori sono rientrati su livelli medi.
E c’è l’allarme lanciato da Coldiretti Sicilia:”Ancora una volta l’Etna erutta e preoccupa gli agricoltori per eventuali danni provocati dalla cenere sulle colture”. Le continue eruzioni del vulcano già a febbraio e marzo provocarono danni ingenti soprattutto al comparto vivaistico.
“Anche per gli alberi da frutto potrebbero esserci problemi – avvisa Coldiretti -, oltre agli innumerevoli disagi per chi è costretto alla pulizia straordinaria di canalette di scolo e delle strade rurali”.
“I cambiamenti del vulcano portano alla necessità di avviare un nuovo sistema di interventi che salvaguardi anche gli imprenditori agricoli con norme celeri e ad hoc”, sottolinea l’associazione.