Assodata ormai, nella comunità scientifica, l’efficacia delle due dosi di vaccino anti-Covid anche per coprire la variante Delta, ex indiana, adesso a preoccupare il mondo è arrivata una nuova mutazione, chiamata Epsilon, già entrata di forza nella lista delle varianti che preoccupano maggiormente. Un’ultima versione del Covid-19 ritenuta pericolosa perché particolarmente resistente agli anticorpi. Scoperta per la prima volta in California, sarebbe al momento poco diffusa nei paesi europei e in Italia ci sarebbero solo due casi. Gli studi condotti hanno rilevato tre mutazioni che rendono questa variante particolarmente resistente agli anticorpi: né i vaccini ad Rna messaggero, né l’infezione da Covid riuscirebbero a contrastarla.
E intanto, a far discutere la comunità scientifica è la durata nel tempo della protezione indotta dai vaccini e la necessità della somministrazione di una terza dose nei prossimi mesi. E mentre il governo britannico ha già dato il via libera alla terza dose di vaccino anti-Covid a partire da settembre, allo scopo di rafforzare e preservare l’immunità anche di fronte a possibili varianti, sono sette i diversi tipi di vaccino testati come ulteriore richiamo. Insomma, si sta studiando quali vaccini risultino più efficaci come terza dose, in base al siero utilizzato in prima battuta. Per i ricercatori della Washington University, in uno studio recentissimo, la protezione offerta dai vaccini Pfizer e Moderna attiverebbe dei meccanismi di copertura durevoli – da attribuire a “centri germinali” nei linfonodi – grazie ai quali il sistema immunitario riuscirebbe a proteggersi dalle nuove infezioni senza necessità di una terza dose.
Per quarto riguarda AstraZeneca, invece, una terza dose somministrata almeno sei mesi dopo la seconda, ha aumentato di sei volte i livelli anticorpali, determinando una maggiore attività neutralizzante contro le varianti Alfa, Beta e Delta. Insomma, si naviga a vista, c’è dibattito in materia e novità sono all’orizzonte, mentre rimane un diffuso convincimento che alla fine Sars-CoV-2 non sarà sradicato completamente, anzi, potrebbe diventare endemico, come una malattia simil-influenzale.