Andavano a fare la spesa o a fare jogging, pur risultando presenti al lavoro. E’ successo a Palermo, dove 28 “furbetti del cartellino”, dipendenti del Comune e di alcune società partecipate, sono finiti nei guai, indagati a vario titolo per truffa a danno di un ente pubblico e falsa attestazione. Per otto sono scattati gli arresti domiciliari, per altri 14 l’obbligo di dimora e di presentazione alla Procura generale, per sei solo quest’ultimo.
In altri casi, invece, veniva fatto illegittimamente ricorso allo strumento straordinario della “rilevazione manuale”, che consente in caso di “dimenticanza” del proprio badge personale, di attestare la propria presenza tramite comunicazione scritta.
In questo modo gli indagati pensavano di aggirare la rilevazione automatica, che tuttavia i finanzieri hanno puntualmente ricostruito.
C’era anche chi timbrava mentre faceva jogging e chi andava in alcuni negozi durante l’orario di lavoro.
E c’era chi, già indagato in inchieste di mafia, mentre era ricoverato in ospedale risultava al lavoro. L’uomo aveva dimenticato di avvertire l’impiegato che utilizzava il suo badge ogni giorno. Servizio che andava avanti in modo automatico anche quando il dipendente aveva presentato regolare certificato medico per un ricovero ospedaliero.
Una telecamera nascosta proprio a ridosso dell’apparecchio per la rilevazione elettronica delle presenze ha consentito, in poco più di tre mesi, di registrare oltre mille casi che hanno determinato una falsa rendicontazione per un ammontare complessivo di circa 2.500 ore di servizio in realtà mai prestate.