Un atto importante, non solo simbolico, ma tecnico e giuridico. Il riconoscimento di un lavoro certosino, che ha creato un nuovo modo di vedere il territorio e di interpretarne la sua cultura. Un esempio-pilota in Sicilia che farà scuola.
Il concetto di “museo diffuso” – coniato dall’architetto milanese Fredi Drugman negli anni Settanta – intende esprimere lo stretto rapporto che intercorre fra un territorio e il patrimonio conservato nei suoi “luoghi”, ma anche quello che l’istituzione museale deve saper intessere con gli abitanti di un territorio.
Un percorso che Ficarra ha avviato negli ultimi vent’anni, grazie all’intuizione di Mauro Cappotto, oggi assessore alla cultura del paese, ma da sempre attento cultore dei luoghi e del paesaggio, che ha firmato, quale proponente, ed era giusto così, la proposta di deliberazione adottata ora dalla giunta ficarrese guidata dall’avvocato Gaetano Artale.
L’essenza, le motivazioni, l’essere stesso del progetto del Museo Diffuso di Ficarra si legge, e se intuisce la portata, nelle premesse dell’atto istitutivo che lo pone come il principale soggetto attuatore, nell’ambito delle iniziative volte a valorizzare e promuovere il patrimonio storico, artistico, culturale e naturalistico, nonché l’identità del territorio di Ficarra. Un progetto teso a mettere in risalto le caratteristiche del paese e promuovere anche una diversa modalità di fruizione della stessa al fine di rilanciare, qualificare e sviluppare altresì nuove economie.
Per Mauro Cappotto, il museo diffuso a Ficarra, oltre a raccogliere, tutelare e conservare le testimonianze, le opere e gli oggetti che contribuiscono al suo allestimento costituisce il principale polo di salvaguardia e documentazione territoriale; promuove attività dirette alla valorizzazione di attività turistiche del territorio organizzando mostre, attività didattiche, visite guidate, manifestazioni, convegni atte ad individuare il museo come servizio culturale pubblico e polifunzionale.
A Ficarra esistono nove realtà museali e queste andranno, ora ufficialmente, a costituire il modello di museo diffuso.
Queste realtà sono:
Museo dell’Arenaria dei Nebrodi, collocato all’interno dei ruderi del Convento dei cento archi, percorso a cielo aperto fra i resti del suggestivo Convento dei F.M.O. Laboratorio didattico sulla lavorazione della pietra locale e simposi di scultura;
Museo della Ceramica d’uso in Sicilia, collocato all’interno del B&B comunale, collezione delle ceramiche d’uso comune in Sicilia con sezione sullaceramica impiegata nell’ediliziastorica. Un occhio attento allaceramica utilizzata nella vitaquotidiana e spesso sottovalutatanei grandi musei. E’ un istituto culturale, educativo, al servizio della comunità, che custodisce ed espone ceramiche provenienti da Ficarra, Reggio Calabria, Patti, Santo Stefano di Camastra e Caltagirone;
Museo Ulivi dei Gattopardi, con l’itinerario urbano e extra-urbano si dà vita a quell’intreccio particolare che lega la storia dell’antico borgo al paesaggio olivicolo. L’interesse ruota intorno ai secolari alberi di ulivo, che portano il nome di personaggi storici, straordinari monumenti della natura;
Museo del Gioco e del Giocattolo Medievale, collocato all’interno della Fortezza Carceraria, museo dei giochi di Alfonso X e laboratorio didattico dei giochi medievali;
Museo La Casa del Baco da Seta, collocato all’interno di palazzo Ferraloro, dal mese di aprile al mese di settembre è possibile assistere dal vivo al ciclo vitale del baco da seta;
Museo Le mille e una Notte, collocato all’interno di palazzo Busacca, allestimento artistico ispirato alla nota fiaba. Ambientazione scenica con annesso laboratorio didattico per la costruzione di manufatti;
Museo I Luoghi del Gattopardo, ormai scientificamente provato che Tomasi di Lampedusa nel suo soggiorno a Ficarra nel 1943, ospite dei cugini Piccolo di Calanovella, trovò ispirazione per comporre il suo famosissimo romanzo “Il Gattopardo”;
Museo dell’Olio di Oliva, collocato all’interno di palazzo Macalda Scaletta, museo didattico dell’Oliva “Minuta” Storia e Tradizione dell’olivicoltura dei monti Nebrodi. Un percorso che attraverso il restauro e la musealizzazione di un vecchio frantoio per la molitura a freddo, ci restituisce il mondo dell’olivicoltura e della produzione olearia del territorio;
Museo La Stanza della Seta-Palazzo Milio, collocato all’interno di palazzo Milio, collezione di opere d’arte contemporanea e spazio dedicato alle residenze d’artista in sitespecific. Collegato alla stanza della seta si snoda un percorso urbano composto da 4 vetrine espositive.
L’allocazione del Front Office del museo diffuso sarà approntata presso il Palazzo Busacca sito in Via Umberto I, già sede della biblioteca comunale “Lucio Piccolo” e dell’Ufficio Turistico, idoneo in quanto ubicato nel centro storico, ma che già con il suo personale cura da anni le visite guidati ai musei ficarresi.
La particolarità del museo diffuso ficarrese è che non è tutto qui.
Anche la popolazione ha il suo ruolo da protagonista nel valorizzare i posti in cui è nata e cresciuta. Incontri, attività didattiche e azioni di conservazione, gli abitanti che curano il restuaro ed il recupero die luoghi, dlele facciate delle proprie abitazioni, al pari del comune da anni impegnato in un serio recupero del patrimonio urbano, fa che tutti diventano proprietari responsabili dell’idea del museo diffuso.
Un museo di tutti e per tutti.