Si è conclusa poco prima delle 19 di ieri l’ultima udienza relativa alle audizioni dei testimoni dell’accusa nella fase dibattimentale del processo scaturito dall’operazione Gamma Interferon, portata a termine dai poliziotti del commissariato di Sant’Agata di Militello e dalla squadra mobile di Messina il 13 dicembre del 2016. Le indagini riguardavano una presunta filiera parallela e illegale di produzione di carni: da abigeati e maltrattamenti di animali, a macellazioni clandestine e false certificazioni nei controlli del bestiame. Fatti avvenuti nel territorio dei Nebrodi che avrebbero consentito a carni non idonee al consumo umano di finire sulle tavola dei cittadini ignari. Coinvolti allevatori locali da un lato e macellai e medici veterinari, in servizio presso l’ASP di Sant’Agata Militello, dall’altro.
27 le persone imputate di associazione a delinquere.
Aula gremita, visto che il Tribunale collegiale di Patti, presieduto dal giudice Ugo Scavuzzo a latere Eleonora Vona e Giovanna Ceccon, ha ascoltato ieri alcuni testimoni chiave dell’accusa, rappresentata dal PM Federica Urban, tra cui il medico veterinario Amedeo Tomaselli che ha deposto sulle questioni squisitamente burocratiche e sanitarie relative alla operazioni di verifica della salute del bestiame portato alla macellazione e in particolare ad alcuni casi, oggetto di attenzione della magistratura, di capi affetti da malattie, in particolare da tbc. A seguire la testimonianza del vice questore aggiunto Daniele Manganaro che aveva condotto con gli uomini della sua squadra, le indagini. Manganaro, che oggi guida il commissariato di Carrara, ha ricostruito le fasi salienti dell’attività di indagine espletata a partire dal 2014, da quando cioè assunse incarico di dirigere il commissariato di polizia di Sant’Agata di Militello, con particolare riferimento alle attività tecniche e al rapporto di collaborazione con gli allevatori “onesti”.
La prossima udienza si terrà il 5 ottobre 2021: inizieranno le audizioni dei testimoni della difesa, formata dagli avvocati Antonio Di Francesco, Giuseppe D’Anna, Salvatore Giannone, Santino Trovato, Flavia Galbato, Sebastiano Calco’ e Giuseppe Scillia. Nel procedimento, dove si sono costituiti parte civile l’Asp di Messina, il Parco dei Nebrodi, l’associazione “Tribunale dei Consumatori” e l’Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari e Finanziari,
erano inizialmente una cinquantina gli indagati e furono 33 le misure cautelari emesse dal GIP presso il Tribunale di Patti, dr. Andrea La Spada, su richiesta dell’allora Sostituto Procuratore della Repubblica di Patti Francesca Bonanzinga. 3 avevano scelto il rito abbreviato, mentre per altri le posizioni sono state stralciate o archiviate.
Dopo le indagini alcuni poliziotti della squadra guidata da Daniele Manganaro, di fronte alle illegalità scoperte sulla qualità e la salubrità delle carni controllate, scelsero pian piano di non consumarne più e per questo furono ribattezzati “la squadra dei vegetariani”.