Ennesima violenza contro una donna che si consuma tra le mura domestiche. I Carabinieri della compagnia di Sant’Agata di Militello hanno tratto in arresto, nella notte tra giovedì 16 e venerdì 17 settembre scorsi, un 26enne di nazionalità albanese, ma residente in un piccolo comune dell’hinterland nebroideo, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravati.
Il copione è sempre lo stesso: botte, ingiurie e minacce nei confronti della giovane moglie, che nel corso di una lite per futili motivi, è stata scaraventata sul letto, stretta violentemente alle braccia e minacciata di morte. Il tempestivo intervento dei carabinieri della locale stazione, allertati dalla stessa vittima, in evidente stato di shock, ha consentito di trarre in arresto in flagranza l’uomo, già gravato da precedenti specifici. Il 26enne, su disposizione del PM Alessandro Lia è stato posto ai domiciliari e rinviato a giudizio direttissimo. Si è tenuta questa mattina, l’udienza di convalida e la prima udienza del giudizio direttissimo, durante la quale il giudice Edoardo Zantedeschi, dopo aver convalidato l’arresto, in accoglimento della richiesta avanzata dal legale dell’imputato, avvocato Rosario Di Blasi, ha disposto l’immediata scarcerazione del 26enne e applicato la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla vittima. Per l’uomo, oggi libero, disposto anche il divieto di comunicare con la donna con qualsiasi mezzo.
Ancora una volta fondamentale è stata l’attenzione dei militari dell’Arma, coordinati dalla Procura di Patti, che hanno immediatamente attivato il protocollo del “codice rosso” a tutela delle donne vittime di maltrattamento e di violenza di genere. Il rito direttissimo nei confronti del 26enne proseguirà il prossimo 11 ottobre innanzi allo stesso giudice.