Pochi frames immortalati da una videocamera di sorveglianza, che riprendono un uomo di mezza età, stempiato e con gli occhiali, a bordo di un Suv blu, seduto sul sedile passeggero, nelle campagne dell’agrigentino. Per gli inquirenti è Matteo Messina Denaro, la primula rossa di Cosa Nostra, sparito dal 1993, oggi 58enne. Il video, diffuso ieri sera durante l’edizione delle 20.30 del TG2, con un servizio in esclusiva, risale al dicembre 2009 ed è stato ripreso da una videocamera di sorveglianza posizionata a poche centinaia di metri dalla casa di Pietro Campo, boss della Valle dei templi, fedelissimo del numero uno della mafia siciliana. Per questo è ipotizzabile che in quel periodo Messina Denaro avesse trovato rifugio proprio nell’agrigentino, protetto dalle famiglie locali e che quel giorno fosse uscito allo scoperto per recarsi proprio dal capo-mafia Campo, che gli aveva garantito la latitanza.
Immagini che durano pochissimi secondi, finite nelle mani degli investigatori della Direzione centrale anticrimine della Polizia, ma estremamente preziose perché di Matteo Messina Denaro esistono solo foto non recenti e un identikit realizzato dagli inquirenti, per cercare di ricostruirne il volto attuale. Il principe nero di Castelvetrano, prediletto del capo dei capi Totò Riina, unico custode dei segreti delle stragi di mafia rimasto in vita, diventa un fantasma nel 1993. Ultimo avvistamento a Forte dei Marmi, durante una vacanza con i fratelli Graviano. Per gli inquirenti, ci sono buone probabilità che il passeggero del Suv sia proprio “U siccu”, il che confermerebbe che le tante voci circolate sulla presenza continua di Messina Denaro in Sicilia, dalla quale, vox populi, non si sarebbe mai allontanato, potrebbero avere un fondamento. All’alba di oggi è scattato un maxi-blitz della Polizia di Stato a caccia del nascondiglio di Messina Denaro sull’Isola. Decine di perquisizioni, controlli disposti dalla Dda di Palermo, in cui sono impegnati circa 150 agenti delle squadre mobili di Palermo, Trapani e Agrigento, supportati dagli uomini del Servizio centrale operativo e dei reparti prevenzione crimine di Sicilia e Calabria. Le perquisizioni sono scattate nei confronti di una serie di soggetti sospettati di essere fiancheggiatori di Messina Denaro e di personaggi considerati vicini o contigui alle famiglie mafiose trapanesi e agrigentine. I poliziotti stanno operando a Castelvetrano, Campobello di Mazara, Santa Ninfa, Partanna, Mazara del Vallo, Santa Margherita Belice e Roccamena.