sabato, Novembre 23, 2024

Sei anni dalla frana di Letojanni sulla A18: il punto di Autostrade Siciliane sui lavori

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Sono passati sei anni da quella notte tra il 4 e il 5 ottobre 2015, quando oltre 50mila metri cubi di terra, roccia e arbusti travolsero il muro di contenimento della collina a sud del torrente San Filippo, nel comune di Letojanni, per riversarsi al km. 32,7 dell’autostrada Messina-Catania, sommergendola.

Un terribile evento che fortunatamente non coinvolse nessun veicolo, e che oggi, finalmente, al sesto, amaro, anniversario, si ricorda con ottimismo.

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 “Siamo ormai ai capitoli finali di una brutta vicenda che proseguì nel peggiore dei modi – commenta la Governance di Autostrade Siciliane – tra lunghi iter progettuali e anni di fermo. Poi, nel 2018, la situazione è stata presa di petto, riavviando una macchina che sembrava irrimediabilmente impantanata tra progetti, autorizzazioni, lungaggini burocratiche e rimpalli di responsabilità”.

Da tre anni infatti, com’è sotto gli occhi di chi passa quotidianamente, si lavora a ritmi serrati, con interventi molto complesso: dopo aver sbancato e smaltito i 50mila metri cubi di detriti e ultimato la messa in sicurezza del costone traballante, da qualche settimana si è giunti all’ultimo step, la costruzione delle due gallerie paramassi. Verrà costruito un tunnel lungo circa 140 metri con una pila, a metà fra le carreggiate, che sosterrà le due gallerie.

“Apprezziamo ogni critica sottolinea Autostrade Siciliane -, che ci offre l’opportunità di ribadire che, al netto dei ritardi post covid che hanno coinvolto tutti i cantieri di Italia nell’approvvigionamento dei materiali, non esiste alcuna variante alle gallerie e nessun costo dell’opera è variato rispetto al progetto originario. E ancora, che non sussiste alcuna emergenza per questo cantiere, che è invece preso a modello esemplare, in perfetta sicurezza e dove il numero dei lavoratori, in un’ottica di efficienza ed economia, viene di volta in volta incrementato e decrementato in funzione delle operazioni in atto. Infine questa governance, pur rimanendo disponibile al dialogo critico, fa sapere che continua a non ritenere opportuno replicare ad ulteriori dichiarazioni, spesso arricchite da pareri personali e informazioni approssimative o errate”.

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