E’ necessario un costante monitoraggio sulle aree ad elevato rischio ambientale, tra le altre, spicca quella di San Filippo del Mela e proseguire nelle misure di prevenzione e di sorveglianza epidemiologica.
Raccomandazioni emerse dopo che l’Istituto Superiore di Sanità ed il dipartimento regionale delle attività sanitarie ed osservatorio epidemiologico hanno presentato i risultati degli studi analitici effettuati nelle aree ad elevato rischio ambientale.
L’indagine ha riguardato lo stato di salute di circa 1400 lavoratori di alcune delle principali industrie presenti nel territorio in zone definite ad alto rischio ambientale come San Filippo del Mela, Gela e Augusta-Priolo. In particolare, lo studio ha interessato lo stato di salute degli ex lavoratori della Sacelit di San Filippo del Mela e della Eternit di Siracusa e dei lavoratori del petrolchimico di Gela.
La Regione Siciliana è tra le prime ad avere avviato un programma d’intervento per il controllo dei rilevanti problemi di salute che emergono nelle zone ad alto rischio ambientale. L’analisi è stata effettuata dal dipartimento ambiente e salute dell’Iss e dal Dasoe – servizio di sorveglianza epidemiologica diretto dal dottor Salvatore Scondotto.
I risultati delle indagini andranno ad aggiornare i dati sulla sorveglianza epidemiologica degli ex lavoratori del cemento-amianto in Italia e le stime dell’impatto sanitario per le conseguenze derivanti dall’esposizione dei lavoratori agli inquinanti emessi o rilasciati dalle attività industriali dei siti presenti nelle aree a rischio ambientale.