venerdì, Novembre 22, 2024

Capo d’Orlando ed il portavoce Peppe Marici nel libro di Luigi Di Maio “Un amore chiamato politica”

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È in edicola da tre giorni “Un amore chiamato politica”, il primo libro dell’attuale Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che negli ultimi giorni è stato ospitato nei migliori salotti delle reti nazionali. Pubblicato lo scorso 26 ottobre, è un mix tra un saggio politico ed un racconto autobiografico, in cui l’ex capo politico del Movimento 5 Stelle racconta i suoi valori di riferimento, i dubbi, le paure, le vittorie e le sconfitte più eclatanti e la voglia di rivincita di un ragazzo del sud.

Luigi Di Maio, che oggi, a soli 35 anni, è oggi uno dei principali protagonisti della politica italiana, racconta anche i retroscena dei due governi Conte e del governo Draghi, ma anche tanto della sua vita privata: il padre, la madre, gli insegnamenti del professore di liceo, ma anche i suoi più stretti collaboratori, tra cui il giornalista orlandino Peppe Marici, che dallo scorso giugno è Portavoce della Farnesina (qui la notizia).

Di seguito il testo integrale del passaggio in cui Di Maio cita Marici, a pagina 176 di “Un amore chiamato politica”:

“Dopo quella conferenza stampa pungente, eravamo sicuri che da parte di Beppe sarebbe arrivata una risposta. E quella risposta arrivò, naturalmente, mentre io, a Matera, ero a colloquio non con un omologo qualsiasi, ma con il segretario di Stato americano Anthony Blinken. Gli strinsi la mano, ci sedemmo al tavolo per la bilaterale e un mio collaboratore, Giuseppe Marici, oggi mio attuale portavoce, mi girò in quel preciso istante il post pubblicato da Beppe sul suo blog. Marici era sempre attento e tempestivo, un altro di quelli che non dormono mai e che hanno sempre fame di crescere. Da Capo d’Orlando era balzato prima a Tirana, poi alla Camera dei Deputati, infine nel mio staff al ministero e durante il secondo governo aveva assunto il ruolo di vice di Augusto Rubei, producendo nei primi mesi della pandemia le idee social più importanti per raccontare agli italiani come stavamo gestendo l’importazione di mascherine e materiale sanitario dall’estero. Sempre Marici sarebbe poi stato al mio fianco durante tutto il tour sul referendum del taglio dei parlamentari e mi accorsi fin da subito della sua capacità nel cogliere dettagli politici e tradurli in efficaci messaggi comunicativi.”

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