Ecco a chi spetta: il contributo è destinato alle donne residenti nel territorio italiano, cittadine italiane, comunitarie o extracomunitarie in possesso di regolare permesso di soggiorno, vittime di violenza, senza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza.
La domanda per il Reddito di Libertà viene presentata dalle donne interessate, direttamente o mediante un rappresentante legale o un delegato, per il tramite del Comune competente per residenza, utilizzando il modello in allegato nel portale INPS.
Al fine di facilitare la presentazione in via telematica delle istanze all’INPS, è stata predisposta una specifica piattaforma di collegamento con i Comuni italiani che permetterà di inoltrare l’istanza redatta dalla cittadina interessata
Il contributo inoltre è compatibile con altri strumenti di sostegno al reddito, come il Reddito di cittadinanza o altri sussidi economici anche di altra natura (ad esempio, Rem, NASpI, Cassa integrazione guadagni, ANF, ecc.).
«Una misura – conclude la deputata messinese – che abbiamo voluto fortemente con il governo Conte II, nel decreto Rilancio, per tutelare le donne vittime di violenza.
Un primo passo per aiutare a sostenere le spese, l’autonomia abitativa e il percorso scolastico e formativo dei figli minori».