E’ salita la tensione politica a Montagnareale dopo un esposto presentato dai consiglieri del gruppo “UniamoMontagnareale” Massimiliano Magistro Contenta, Simona Niosi e Maria Grazia Buzzanca. Si riferisce al bando pubblico per l’accesso ai contributi dei programmi impiegati per il recupero e la riqualificazione delle città.
I consiglieri si sono detti preoccupati per il fatto che si tratta di un lavoro di oltre 3 milioni di euro realizzato tramite un accordo tra l’amministrazione guidata da Rosario Sidoti e la società “Coge Restauri srl” di Montagnareale, il cui amministratore unico è Maria Sidoti, moglie dell’attuale primo cittadino. La società è stata l’unica ad aver presentato l’offerta per questo bando; poi con decreto del 6 dicembre 2018 l’assessorato regionale infrastrutture e mobilità ha approvato la graduatoria definitiva dei progetti, ammettendo il progetto del comune collinare.
L’anno successivo l’esecutivo di Rosario Sidoti ha approvato lo schema di convenzione, il crono programma di spesa e l’impegno al cofinanziamento. A questo punto i consiglieri hanno inviato l’esposto tra gli altri anche al presidente della Regione, al prefetto di Messina, alla procura della corte dei conti e all’Anac e cioè l’autorità nazionale anticorruzione. Quest’ultimo ente, avviando il procedimento, ha svolto l’istruttoria e il 21 ottobre 2020 ha inviato le sue valutazioni nella delibera 828; da qui i tre consiglieri, il 19 novembre scorso, a seguito di una interrogazione, hanno chiesto di conoscere le decisioni adottate dal sindaco in merito alla delibera dell’Anac.
Questa la risposta del primo cittadino, inviata al capogruppo Massimiliano Magistro Contenta, all’Anac e all’assessorato regionale infrastrutture e mobilità: “Non posso che ribadire la necessità della mia astensione sull’argomento e ciò proprio per la notoria condizione di parentela, peraltro sottolineata dagli stessi consiglieri rispetto al titolare della “Coge Restauri”. In siffatta condizione chiedere al sindaco di adottare atti o assumere “decisioni” sarebbe come chiedergli di non rispettare le regole di legalità e trasparenza alle quali, invece, ogni amministratore ha l’espresso dovere di conformarsi.“