La Corte d’assise di Messina ha condannato a 22 anni Luigi De Domenico, accusato di omicidio volontario per la morte della sua compagna, un’avvocatessa di Messina morta di Aids nel 2017.
De Domenico infatti avrebbe trasmesso l’Aids alla donna, rimasta tenuta all’oscuro della malattia dell’uomo e morta anni dopo senza aver potuto ricorrere alle cure del caso.
La 45enne, infatti, non sapeva che il proprio partner, dalla quale ha avuto anche un figlio, era sieropositivo. L’uomo inoltre avrebbe avuto rapporti sessuali con altre donne, anche loro contagiate, che hanno avuto la forza di testimoniare al processo, dichiarando che l’uomo aveva nascosto anche a loro di essere affetto da Hiv.
De Domenico nel 2015 era a conoscenza delle gravi condizioni della sua ex compagna e del disorientamento dei medici che non riuscivano a capire cosa avesse. Ma neanche allora disse nulla. Inoltre, sempre in quel periodo, si fece inviare i referti dalla donna, chiedendole di descrivere i sintomi che accusava e suggerendole di curarsi con integratori.
Una storia perfino doppia: al silenzio di De Domenico – da provare ancora anche in altri gradi di giudizio – si è, infatti, aggiunto un episodio di malasanità, figlio di gravissimi pregiudizi, come hanno scritto due consulenti della procura di Messina, guidata da Maurizio De Lucia, che ha chiesto e ottenuto il processo anche per due medici, questo ancora alle battute iniziali.
Mentre la donna, infatti, per due anni peggiorava vistosamente, i due medici che l’avevano in cura non furono mai sfiorati dal sospetto che si potesse trattare di Aids.
Per due anni i genitori e la sorella della donna avevano cercato disperatamente una diagnosi e una cura per mettere fine alla spirale di malattie in cui la 45enne era stata risucchiata. Ma quando finalmente i medici messinesi si accorsero della vera causa del malessere della donna, il virus l’aveva ormai divorata.
De Domenico è stato individuato soltanto grazie alla caparbietà della sorella della vittima, che ha scoperto tutto e presentato una denuncia. Solo poco prima della morte, la sorella dell’avvocato messinese ha scoperto la sieropositività, risalendo così a De Domenico e alla catena di contagio.
Dall’inchiesta è emerso che anche la prima moglie dell’uomo, dalla quale ha avuto una figlia agli inizi degli anni Novanta, era morta di Aids nel 1991. Alle persone che nei due decenni successivi hanno intrattenuto relazioni con lui, De Domenico ha sempre detto che la prima moglie era morta a causa di un tumore.
Un vero e proprio untore, secondo quanto ricostruito finora: De Domenico avrebbe avuto rapporti non protetti con altre cinque donne, quattro delle quali contagiate. Una vicenda orribile. Adesso la parola passerà, con tutta probabilità ai giudici della Corte d’Appello.