L’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato avrebbe dovuto attivare misure correttive, per sostenere le aziende titolari di concessione governativa per la gestione delle scommesse ippiche, invece di chiedere per intero la tassa del “minimo garantito”, da versare annualmente, sulla base di un calcolo previsionale del volume di affari realizzabile, per tutta la durata della concessione.
Così hanno deciso i giudici della quarta sezione del Tar di Catania, sulla base di un ricorso di un’azienda di scommesse ippiche di Patti rappresentata dagli avvocati Giuliano e Giuseppe Saitta, presentato contro il Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato. Aveva chiesto l’annullamento della nota del 29 maggio 2009, con la quale la Direzione dei giochi aveva richiesto il pagamento del cosiddetto “minimo annuo garantito” relativo all’anno 2007 per l’importo di oltre 17 mila euro.
L’azienda contestava l’entità della tassa, già oggetto di critiche provenienti da tutti gli operatori del settore; una circostanza che determinò negli anni passati anche diversi interventi legislativi e regolamentari per far ridurre gli importi e rateizzare i debiti per omesso versamento accumulati in precedenza dagli operatori del settore.
In avanti nel settore delle scommesse sportive si registrò l’illecita concorrenza di operatori esteri, introdottisi nel mercato senza concessioni e quindi a condizioni economiche più facili da affrontare. Non solo, ma il Governo decise nel 2006 di mettere a bando un ulteriore cospicuo numero di concessioni e nel solo comune di Patti si è assistito al triplicarsi del numero di agenzie operanti nel campo delle scommesse ippiche; infine il mercato fu anche aperto ai concessionari che operavano in via soltanto telematica.
L’azienda contestò la mancata attivazione dei correttivi, per riequilibrare il mercato delle concessioni e per riportare il sistema ad equità. Il Tar ha accolto il ricorso, ribadendo, come richiesto dall’azienda, che l’amministrazione non avrebbe potuto chiedere per intero il pagamento della tassa, in assenza di sostanziali correttivi. Da qui la nota sul pagamento del cosiddetto “minimo annuo garantito” del 2007, per l’importo di oltre 17 mila euro, è stata annullata.