“Il nostro intento era di ricordare un fatto storico di rilevanza per la nostra comunità, non certo di inneggiare al fascismo. Tutti i componenti della giunta, che appartengono a correnti politiche moderate e di centro, con la loro vita e con il loro operato dimostrano con i fatti di essere distanti anni luce dal fascismo. La cosa è stata strumentalizzata”.
A parlare, da noi raggiunto telefonicamente, è il sindaco di San Fratello, Salvatore Sidoti Pinto, che con una lunga nota pubblicata nel primo pomeriggio di oggi sulla pagina Facebook del comune è intervenuto sulla vicenda della targa, collocata accanto al monumento per ricordare il centenario della grande frana del 1922, per rievocare la visita di Benito Mussolini a San Fratello nel 1924 avvenuta in relazione alla frana.
“La visita dell’allora capo del governo avvenne grazie all’impegno del generale sanfratellano Antonino Di Giorgio e costituisce un innegabile fatto storico, rilevante in quel momento per la comunità colpita e in difficoltà per l’evento franoso.” Il primo cittadino punta il dito contro il consigliere di minoranza Antonino Reitano, che ha segnalato la targa. “Il consigliere dott. Reitano Antonino, per chi non l’avesse capito, per l’ennesima volta si sta preparando ad affrontare la prossima campagna elettorale. La strategia è quella di denigrazione degli avversari” ha scritto via social.
L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia sull’apposizione della targa ha scritto una nota al sindaco, al Prefetto ed alla Procura della Repubblica chiedendo che la targa venga rimossa. “La targa più che rammentare la frana, le sue vittime e la devastazione, celebra con molta più enfasi la visita del dittatore Mussolini”, ha scritto Giuseppe Martino, presidente della sezione provinciale Anpi “Mimmo Trapani”. “Il sindaco del tempo, generale Di Giorgio, da quel contatto ricavò la carica di ministro della guerra e, tre mesi dopo, veniva assassinato il deputato socialista e antifascista Giacomo Matteotti”.
L’Anpi, che ha ritenuto l’apposizione di questa targa contraria ai valori cui si richiama la Costituzione Italiana, chiedendo all’opinione pubblica e alle forze democratiche di biasimarne l’affissione ed alle autorità di agire per rimuoverla, ha chiesto alla Procura della Repubblica di Patti anche di voler verificare se nella targa stessa ricorrano eventuali violazioni della legge Scelba.