venerdì, Novembre 22, 2024

Sant’Agata di Militello – Sentenza Camelot, il circolo PD attacca il sindaco Bruno Mancuso

Comune Sant'Agata Militello

Dopo la sentenza di primo grado del processo riguardante l’inchiesta Camelot, che ha di fatto assolto in primo grado il primo cittadino di Sant’Agata di Militello Bruno Mancuso, il circolo Pd Sant’Agata Militello ha deciso di emettere un comunicato sulla vicenda, anche alla luce delle dichiarazioni di Mancuso dopo la sentenza.

Di seguito il comunicato del circolo PD.

“Il Sindaco Mancuso nel suo comunicato dice “accolgo con grande sollievo la sentenza di assoluzione”. E su questo non abbiamo nulla da ridire perché, umanamente, comprendiamo il travaglio patito da Mancuso in questi anni e lo sfogo liberatorio dopo che, appena qualche ora prima della sentenza, il Pubblico Ministero del Tribunale di Patti aveva concluso la sua requisitoria chiedendo la condanna per Mancuso a 3 anni di reclusione per associazione a delinquere, richiamando a sostegno di tale richiesta una serie di gravi responsabilità di Mancuso, che, a dire del pubblico ministero, confermano la sua partecipazione all’associazione a delinquere anche con il fatto di avere reintegrato il Contiguaglia ai vertici del Comune di Sant’Agata, fornendo così uno spaccato non certo tranquillizzante di come a S.Agata viene gestita, ancora oggi, la Cosa Pubblica.

Evidentemente solo perché colto da un eccesso di entusiasmo per il pericolo scampato, Mancuso si spinge ad affermare “La sentenza conferma che la mia condotta di amministratore limpida e trasparente”, quando in realtà la sentenza, accertando l’esistenza al Comune di S.Agata, nel corso del secondo mandato del Sindaco Mancuso, di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di diversi reati e concludendo il giudizio con una pesante condanna, nei confronti dell’ing. Giuseppe Contiguglia, a 4 anni di reclusione ed interdizione dai pubblici uffici, mette in evidenza una situazione ben diversa e tutt’altro che limpida e trasparente.

Ci corre l’obbligo di precisare che il procedimento Camelot si chiude con la sentenza del 4 febbraio 2022, di assoluzione del sindaco Mancuso dal reato di associazione a delinquere ex art. 416 c.p., per non essersi reso conto che nel Comune da lui amministrato e precisamente all’interno dell’Ufficio dell’Intersettore vi era un’associazione a delinquere. Ma il 14 Ottobre 2021 il Tribunale ha emesso nei confronti di Bruno Mancuso sentenza di non doversi procedere, ma solo per prescrizione, in relazione a diversi capi di imputazione per i reati gravi come concussione e induzione indebita (317 e 319 quater c.p.), più ipotesi di falso ideologico del pubblico ufficiale in atti pubblici (419 c.p.) e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (640 bis c.p).

Quindi, per Mancuso, nessuna estraneità ai fatti contestati è stata accertata dal Tribunale di Patti, se Mancuso avesse voluto dimostrare pienamente la propria estraneità da tutti i reati ascritti avrebbe dovuto rinunciare alla prescrizione e chiedere di essere giudicato nel merito, ma evidentemente ha preferito non rischiare, magari su consiglio dei suoi avvocati. Resta in capo al Mancuso una gravissima responsabilità politica e morale per avere permesso, durante il suo mandato di Sindaco, che un’associazione a delinquere potesse comodamente e sistematicamente violare la legge.

Piuttosto che una “condotta di amministratore limpida e trasparente”, la sentenza ha accertato l’esatto contrario e la malafede di Mancuso nel propinare, con il suo comunicato, una falsa rappresentazione della realtà è comprovata dal fatto che non fa alcun riferimento alla condanna, del suo tecnico di fiducia e braccio destro ing. Contiguglia, a 4 anni di reclusione per associazione a delinquere, che rappresenta una macchia indelebile nella storia della politica della nostra Città e del territorio, mai interessati da indagini sull’attività amministrativa per fatti così gravi poi accertati e sanzionati dalla Magistratura.

Assolutamente gratuito e solo frutto di ingiusto livore è il passaggio, nel comunicato, che Mancuso sarebbe stato “bersaglio di personaggi senza scrupoli, che hanno azionato, senza limiti di cattiveria, un tentativo di delegittimazione personale che ha assunto le forme di una vera e propria persecuzione. Uno sciacallaggio politico ed umano senza limiti”.

Mancuso non si rende conto o non vuole riconoscere che alla fine è stato miracolato e non è vittima di alcuna persecuzione politica. Se veramente, chi eroicamente in questi anni lo ha politicamente contrastato e tra questi il Pd che è stato sempre all’opposizione di Mancuso, sin da quando ha provato a realizzare a Sant’Agata, nel 2006, la megadiscarica di contrada Oliva, avesse voluto sfruttare la via giudiziaria, avrebbe potuto incalzare la procura ed il Tribunale, fare una conferenza stampa dopo le misure cautelari del 14.02.2014 e presentare solleciti al Tribunale di Patti per portare avanti, più celermente, il processo ed i vari tronconi dell’operazione Camelot. Invece, da parte del PD e di coloro che in questi anni si sono opposti allo strapotere di Mancuso, solo rispettoso silenzio in attesa che la Giustizia facesse il suo corso.

Purtroppo, seppure beneficiato dalla prescrizione, per Mancuso-Politico-Amministratore, il processo non è finito bene, diversamente da quello che vorrebbe fare apparire. È stato infatti accertato che solo attraverso un’associazione a delinquere, volta a commettere numerosi reati, la sua amministrazione ha intercettato gli ingenti finanziamenti pubblici, in parte poi revocati per gravi irregolarità, che gli hanno dato visibilità politica e agevolato la sua nomina a Senatore della Repubblica. Le dichiarazioni al vetriolo di Mancuso nei confronti di chi ha fatto politica in contrapposizione al suo modo di fare politica, che ha generato un sistema inquinato ed illecito (questo accerta la sentenza anche se ha escluso che lui ne fosse il promotore) sono nella sua indole di mistificatore della realtà. Non saranno certo le illazioni di Mancuso a farci distogliere dal nostro sano intento, non ci lasciamo intimidire dai suoi attacchi, che più che a noi, se avesse coraggio, dovrebbe rivolgere alle forze dell’ordine, ai pubblici ministeri ed al Gip che lo hanno indagato e rinviato a giudizio, scoperchiando, autonomamente e senza che mai nessuno abbia fatto denunce al riguardo, il vaso di pandora del Lancillotto a servizio di Re Artù.

Noi continueremo a vigilare sul suo mandato amministrativo, legittimati nella nostra azione politica dalla requisitoria del pubblico ministero e dal pesantissimo verdetto del Tribunale. Continueremo a chiedere conto, sia a lui che agli organi preposti, di quello che sta accadendo nel procedimento per la privatizzazione del cimitero, sul piano di riequilibrio, sul Prg, sul regolamento per la cessione di cubatura, sull’Asse Viario e, soprattutto, sul Porto di Sant’Agata ed in particolare sulla variante di 10 milioni di euro, i cui lavori, il Sindaco Mancuso e la sua Giunta hanno già deciso di assegnare senza gara, avendo già affidato la progettazione della variante all’Impresa che sta eseguendo l’appalto dei lavori, che dovevano essere completati a novembre 2019 e per i quali l’Impresa ha chiesto una proroga di 255 giorni, oltre gli 800 giorni di ritardo già accumulati.”

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