Si avvia a concludersi in Cassazione e presso il Cga una lunga trafila giudiziaria riguardante l’espropriazione di alcuni terreni privati di Capizzi, dove nel 1997 fu realizzato un centro sociale.
Nel frattempo il Cga, con propria ordinanza, ha stoppato gli effetti di una sentenza del Tar di Catania, emessa lo scorso anno, a seguito della quale il comune di Capizzi era stato condannato a pagare oltre 250 mila euro, per l’illegittima espropriazione di questi terreni.
Ha accolto la sospensiva richiesta dal comune montano, rappresentato dall’avvocato Carmelo Panatteri, fissando l’udienza di merito al 6 luglio 2022. In un’altra data, l’8 marzo 2022, è stata fissata invece l’udienza alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione su ricorso presentato sempre dal comune, per neutralizzare una sentenza del Cga emessa nel 2020, in cui sono evidenziati tutti i passaggi di questa vicenda.
I proprietari dei terreni, rappresentati dall’avvocato Alessandro Arcifa, avviarono l’azione giudiziaria per una procedura espropriativa a far data degli anni novanta per la costruzione del centro sociale e per il quale il comune ottenne un finanziamento regionale. I lavori dell’opera furono ultimati il 7 novembre 1997.
In avanti, a seguito dell’espropriazione definitiva delle aree, furono avviati una lunga serie di procedimenti, per dibattere sulle richieste dei privati e cioè la restituzione dei terreni ed il risarcimento del danno.
I primi, per quel che riguarda il giudice ordinario, furono alla corte d’appello di Caltanissetta, alla Corte d’appello di Catania e al tribunale civile di Nicosia e ora culmineranno nella sentenza della Cassazione a seguito dell’udienza del prossimo 8 marzo; proseguirono poi al Tar di Catania, che rigettò la richiesta di restituzione del terreno, accogliendo invece in parte la domanda risarcitoria e infine al Cga, che dovrà pronunciarsi il prossimo 6 luglio.