Costi dell’energia alle stelle, il carburante è roba da ricchi, il prezzo del pane e dei suoi derivati è schizzato verso l’alto, molti materiali tra cui l’acciaio e l’alluminio, si cercano con il lanternino. Se è vero che con i superbonus l’edilizia aveva respirato e si stava avviando verso il meglio, ora è alla canna del gas.
L’ennesimo grido di allarme lo ha lanciato Giuseppe Pettina, direttore generale del consorzio stabile Cassiopea: “Mancano i materiali, i costi di trasporto sono alle stelle, non solo i nostri cantieri si fermeranno, ma molte ditte falliranno e migliaia di posti di lavoro andranno in fumo e nessuno ne parla”. Il consorzio ha aperto in un anno quasi cento cantieri in tutta Italia attraverso la rete del superbonus 110%. Si tratta di un’azienda che opera anche nel green e nel fotovoltaico, con più di 1000 tra dipendenti e operai.
In linea generale si dice che l’impennata dei prezzi e l’assenza dei materiali è stata determinata dalla guerra in Ucraina, ma anche alla fine del 2021 e dunque quando la guerra non c’era. I costi, già alla fine dello scorso anno, si erano impennati e si è materializzata come d’incanto la burocrazia, in un settore, quale quello del superbonus, che, se avesse dovuto incentivare i controlli, avrebbe dovuto effettuarli prima e non dopo.
Il settore dell’edilizia, è sempre Giuseppe Pettina che parla, in questi mesi è stato il volano ed ha fatto da traino alla ripresa dell’economia nazionale, ora rischia uno stato generale di fermo. Più emergenza di così.
Il Governo nazionale ha annunciato a più riprese che interverrà per evitare che le famiglie e le imprese paghino lo scotto, ma al momento l’unica cosa che è intervenuta sono le bollette recapitate con importi da capogiro. Per Pettina la via d’uscita è proclamare lo stato di emergenza immediata, per evitare il fallimento delle imprese ed il default delle famiglie. Bisogna intervenire subito, perché oggi è già tardi.