Gestivano e rifornivano le principali piazze di spaccio dell’area nebroidea, fra cui i comuni di S. Agata di Militello, Patti, Capo d’Orlando, Brolo e Naso. 10 le misure cautelari emesse dal GIP di Patti questa mattina e eseguite dai Carabinieri della Compagnia di Sant’Agata di Militello.
I 10 soggetti sono accusati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, furti aggravati, detenzione di armi e tentativi di estorsione. Uno è finito in carcere, 5 ai domiciliari e 4 sottoposti all’obbligo di dimora.
Le indagini sono scattate nel 2019, dopo l’arresto di un giovane trovato davanti ad una scuola di Sant’Agata di Militello con ingenti dosi di stupefacenti e denaro in contante, frutto di spaccio.
I successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di accertare una fitta rete criminale dedita allo spaccio in provincia.
Gli indagati si rifornivano di hashish, marijuana e cocaina attraverso contatti con esponenti della criminalità barcellonese, palermitana e catanese, curandosi poi della gestione e dello smercio nelle principali “piazze di spaccio” dell’area nebroidea, comuni dove gli indagati risiedono.
I 10 soggetti si avvalevano della collaborazione di soggetti assai giovani, in grado di piazzare la sostanza anche tra gli adolescenti e gli studenti.
Sono stati accertati circa 50 distinti episodi di detenzione e cessione di stupefacente, aggravati in diverse occasioni dalla consegna della droga ai minorenni
La ben collaudata rete criminale, inoltre, alimentava la sua attività illecita, attraverso la commissione di numerosi furti, commessi durante le ore notturne e in danno di imprenditori locali, riguardanti soprattutto il furto di carburante.
Mentre compievano questi furti, per non farsi notare, gli indagati portavano con sé i figli o gli anziani genitori, per evitare controlli della polizia.
Non manca infine, il ricorso alla violenza. In due diverse occasioni, infatti, a fronte di un credito di circa un migliaio di euro, due giovani soggetti sono stati picchiati brutalmente con colpi di bastone, tanto da dover poi ricorrere all’ausilio di stampelle. Gli indagati inoltre disponevano di un vero e proprio arsenale, fra cui diversi fucili, tutti nascosti in aperta compagna e di cui sono in corso le ricerche.
“Si precisa, in ogni caso, – Scrivono i militari dell’Arma – che il procedimento pende tuttora in fase di indagini preliminari, e che, in ossequio del principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva di condanna, sarà svolto ogni ulteriore accertamento che dovesse rendersi necessario, anche nell’interesse degli odierni indagati. Si precisa, inoltre, che tutto quanto sopra esposto dovrà comunque trovare conferma nei vari gradi di giudizio.
Le presenti informazioni, d’intesa con la Procura della Repubblica di Patti, vengono rese per il loro oggettivo interesse pubblico ed anche allo scopo di agevolare l’emersione di situazioni similari, stimolando la collaborazione dei cittadini o di specifiche componenti della società civile nell’attività di denuncia e di collaborazione alle indagini.”