venerdì, Novembre 22, 2024

Sant’Agata Militello, proroga lavori del porto. La minoranza invoca la rescissione del contratto e punta il dito contro Mancuso

Foto AMnotizie
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I consiglieri del gruppo di minoranza Giuseppe Puleo, Antonio Vitale, Nunziatina Starvaggi e  Monica Brancatelli e il consigliere indipendente Melinda Recupero hanno diramato una nota relativa all’ultima seduta del Consiglio Comunale di Sant’Agata Militello, che si è svolto il 7 Aprile scorso. Durante il civico consesso, con all’ordine del giorno la surroga del consigliere dimissionario, l’elezione del Presidente del Consiglio e la relazione del Sindaco Mancuso, “oltre che registrarsi una situazione di stasi amministrativa, che ha impedito l’elezione del Presidente del consiglio comunale, risultando ormai la geografia consiliare rappresentata da due blocchi contrapposti ed equivalenti, con 8 consiglieri per parte, si è assistito, nelle battute finali, nella replica del Sindaco ai rilievi dei consiglieri di opposizione alla sua relazione, a quello che è sembrato l’ultimo canto del cigno.” scrivono i consiglieri.

“Il Sindaco Mancuso, incalzato dal consigliere Puleo e dal consigliere Vitale sulla recente delibera del 30.03.2022, con cui l’Amministrazione ha approvato la transazione con la ditta Amec, volta all’azzeramento delle riserve per 37 milioni di euro dietro la concessione di una ulteriore proroga di sei mesi per il completamento dell’appalto del Porto, ha dichiarato di non avere potuto fare nulla per evitare i ritardi e  che le responsabilità del  mancato completamento dell’opera nei termini contrattuali (scaduti a novembre 2019)  sarebbero tutte dell’impresa, che si è rivelata priva della capacità economico-finanziaria per l’esecuzione dell’appalto e che, strumentalmente, avrebbe iscritto riserve assolutamente infondate e pretestuose al fine di negoziare una ulteriore proroga, che andrebbe a scadere il 15 Agosto 2022, che però, a dire dallo stesso  Sindaco, appare evidente non consentirà all’impresa di completare i lavori, atteso l’esiguo numero di maestranze impiegate, tanto che il Sindaco ha affermato che sarà necessario procedere ad ulteriori proroghe con l’auspicio che il finanziamento di 10 milioni di euro assegnato all’impresa, per i lavori complementari, consentirà alla stessa di completare tanto l’appalto in corso che procedere alla riparazione del sifonamento nel molo di sopraflutto.

Il Sindaco ha candidamente affermato che si è trovato nel dilemma di scegliere tra la rescissione in danno e la prosecuzione dell’appalto con l’impresa aggiudicataria e che ha ritenuto di buon senso questa seconda soluzione, perché altrimenti sarebbero occorsi 3 o 4 anni per fare un’altra gara e trovare un’impresa che riprendesse i lavori. Ed anzi il Sindaco, a questo punto, ha invitato i consiglieri di opposizione ad un confronto sul da farsi se l’impresa dovesse perseverare nelle proprie inadempienze e non dare garanzie per il completamento dell’opera. Le dichiarazioni del Sindaco ci lasciano sgomenti. Non si comprende come mai non abbia chiesto un confronto con i consiglieri di opposizione e con la Città prima, quando ha scelto di non procedere alla rescissione in danno, pur in presenza di tutti i presupposti sin dall’inizio dell’appalto e dalle prime relazioni della Commissione di Collaudo, ed ha incredibilmente ed unilateralmente deciso di affidare ad una impresa priva delle capacità economico-finanziarie, per sua stessa ammissione, i lavori di  riparazione del sifonamento del molo di sopraflutto di ben 10 milioni di euro. Se ci avesse coinvolto per tempo magari si sarebbe giunti all’unica soluzione possibile per evitare di perseverare nelle scelte sbagliate che Mancuso da 15 anni continua a fare su ogni decisione che riguarda il Porto di Sant’Agata.

Al Sindaco Mancuso non sono bastati, a titolo esemplificativo, l’azzardata scelta dell’appalto integrato, l’autorizzazione alla cessione del ramo d’azienda con subentro della Cocip alla Sigenco, poi dichiarata illecita dal Tribunale di Palermo, l’ordinanza sulla viabilità ed il progetto di variante scaturita dalla scelta della Giunta piuttosto che dai tecnici, poi abbandonato, che hanno contribuito a rallentare l’andamento dell’appalto. Evidentemente Mancuso, nonostante la lunga esperienza di 3 mandati amministrativi e addirittura un mandato di Senatore della Repubblica, non  sa che, qualora avesse proceduto alla rescissione in danno, in pochi mesi avrebbe avuto un’impresa, stavolta dotata della capacità economico-finanziaria, per completare l’appalto con le risorse finanziarie recuperate mediante l’incameramento della polizza assicurativa a prima richiesta rilasciata in sede di sottoscrizione del contratto con l’Amministrazione Sottile e, parallelamente, avrebbe potuto avviare una gara per il finanziamento di 10 milioni di euro, di cui ancora non c’è traccia e che ha già affidato mediante affidamento diretto (non si comprende in base a quale normativa) alla Amec srl, che in consiglio comunale il Sindaco ha detto essere esclusiva responsabile dei ritardi e non dotata di capacità economico-finanziaria.

È veramente singolare che il sindaco Mancuso venga a chiedere un aiuto a noi consiglieri di minoranza quando ormai ha consumato una serie di errori, superficialità, forzature e scelte scellerate, che hanno posto al palo la più importante e strategica opera dei Nebrodi, che, purtroppo, non avrà neanche al suo capezzale l’ing. Basilio Ridolfo, lasciato anche lui in eredità dall’Amministrazione Sottile, che con la sua competenza, professionalità ed esperienza, ha fino ad ora, in qualche modo e nonostante il miope indirizzo politico del Sindaco e dell’amministrazione, fatto fronte alle traversie dell’appalto e provato ad arginare la deriva cui ormai, sempre di più, l’opera ci sembra destinata.

All’ing. Ridolfo va la nostra rinnovata stima ed il nostro grazie per quello che è riuscito a fare per il Porto di Sant’Agata nelle condizioni in cui si è trovato ad operare, al Sindaco ed al nuovo Rup, che ha sostituito Ridolfo, l’invito a non perdere altro tempo e porre immediati rimedi alla situazione di stasi dei lavori, non avendo senso attendere il 15 Agosto per dovere prendere atto che l’impresa non è stata in grado di completare l’appalto, essendo sufficiente procedere con un ordine di servizio che imponga un immediato e sostanzioso incremento delle maestranze, assegnando all’uopo un termine di 15 gg, decorso il quale non potrà non essere avviato il procedimento di rescissione in danno.

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