I fatti non sussistono o non costituiscono reato per le vicende riguardanti la manutenzione del depuratore comunale di contrada Fiume.
Con queste motivazioni il collegio giudicante del tribunale di Patti, presidente Scavuzzo, a latere Vona e Ceccon, ha assolto l’ex sindaco di Oliveri, Michele Pino e diversi responsabili dell’area tecnica comunale succedutisi nel tempo, i geometri Roberto Ravidà e Giuseppe Catalano e l’ingegnere Nunziato Chiofalo.
I fatti contestati, che all’epoca destarono molto clamore, si riferiscono al lontano 2014; nel corso di un’articolata attività di indagine specialistica, a tutela della salute pubblica e della salubrità ambientale, sarebbero state ravvisate irregolarità nella gestione dell’impianto di depurazione di Oliveri, che avevano condotto anche al sequestro del sito di contrada Fiume.
Da qui le molteplici contestazioni all’ex sindaco Pino e ai tecnici comunali: omesso rinnovo dell’autorizzazione allo scarico del depuratore comunale, mancata riparazione della condotta sottomarina, risultata tronca a 10 metri dalla battigia, scarico sotto costa di reflui fognari non depurati, con valori batteriologici relativi al parametro escherichia coli superiori a quelli previsti dalla legge.
Poi anche il danneggiamento delle acque marine, l’occupazione abusiva del demanio con la condotta interrata, il mancato smaltimento dei fanghi prodotti dal trattamento di depurazione delle acque reflue, accumulati all’interno delle vasche per diversi anni, con realizzazione di una discarica abusiva di rifiuti speciali, il deposito di altri rifiuti speciali all’interno dell’area del depuratore e lo scarico non autorizzato in zona sottoposta a vincolo paesaggistico.
Queste contestazioni non hanno però trovato riscontro nel corso della complessa istruttoria, per cui è prevalsa la tesi del collegio della difesa, composto dagli avvocati Tommaso Calderone per l’ex sindaco Michele Pino, Andrea Pirri per l’ingegnere Nunziato Chiofalo, Francesco Pizzuto per il geometra Roberto Ravidà e Salvatore Galofaro per il geometra Giuseppe Catalano.
I legali della difesa sono riusciti a dimostrare l’infondatezza delle accuse; da qui i giudici hanno disposto l’assoluzione per tutti gli imputati, perchè il fatto non sussiste o non costituisce reato; solo per alcune ipotesi contravvenzionali minori è stata dichiarata la prescrizione.