Uno spaccato significativo del nuovo modo di “fare mafia”, che sfrutta la fama criminale ormai consolidata, senza necessità di violenza, per intessere relazioni con la politica e condizionare le attività istituzionali ed economiche.
Questo emergere dall’inchiesta dagli specialisti del GICO della Guardia di Finanza di Messina, coordinati dalla DDA peloritana, sulle infiltrazioni mafiose e il relativo condizionamento delle amministrazioni comunali di Moio Alcantara e Malvagna, centri dell’area ionica della provincia di Messina.
A finire in manette il sindaco e il vice sindaco di Moio Alcantara, Bruno Pennisi e Clelia Pennisi, e l’assessore ai Lavori Pubblici di Malvagna Luca Giuseppe Orlando.
Collante dell’operatività generale del contesto sarebbe il fratello del vice sindaco di Moio, Carmelo Pennisi, uno dei principali indagati: anche mentre era in carcere Pennisi coordinava le assegnazioni degli appalti pubblici dei due comuni a ditte a lui vicine e gestiva le candidature.
Le sue disposizioni venivano tradotte in azione operativa dal padre Giuseppe – anche lui finito in carcere – e, soprattutto, dalla sorella.
Intercettazioni, pedinamenti, perquisizioni e sequestri, ma a supporto delle indagini anche l’importante contributo di un collaboratore di giustizia, arrestato nell’operazione “Isola Bella” sugli interessi mafiosi nel turismo.
Nel territorio di Moio Alcantara e Malvagna, piccoli comuni in cui abitano in totale 1.500 persone, una cellula criminale autonoma è riuscita ad imporsi nel tessuto sociale senza alcuna necessità di ulteriori e specifici atti di violenza e minaccia proprio grazie alla vicinanza al clan Cintorino – riconosciuto per l’efferata violenza di numerosi omicidi commessi alla fine degli anni ’90.
“Chiedi al sindaco se quello del depuratore gli ha dato i soldi – affermava, intercettato, Carmelo Pennisi, attorno al quale ruotano le indagini che hanno portato agli arresti di oggi –, gli dai il codice Iban e li mette sul conto, così li prendete quando volete”.
Agli atti ci sono anche le procedure relative lavori di arredo urbano nel centro di Moio Alcantara nel 2020: l’assenza di testimoni terzi durante le operazioni di sorteggio permetteva di pilotare il risultato, scegliendo le ditte vicine a Pennisi.
Il Sindaco di Moio Alcantara, Bruno Pennisi, favoriva vendite di materiale da parte di una società in cui vantava cointeressenze, mentre l’ex assessore di Malvagna Luca Giuseppe Orlando, oggi in carcere, secondo l’accusa avrebbe intascato una mazzetta per indurre il rappresentante di una ditta edile di Barcellona Pozzo di Gotto – aggiudicataria di lavori pubblici a Malvagna – a rifornirsi di materiale da una ditta di Randazzo.
Gli amministratori locali erano dunque compiacenti e, quando non direttamente destinatari di denaro, ottenevano in cambio sostegno elettorale.