venerdì, Novembre 22, 2024

La piccola Elena uccisa a coltellate, poi avvolta in 5 sacchi. Gli investigatori: “La madre è apparsa fredda. Non è sembrata commossa”

La piccola Elena abbraccia la mamma all'uscita da scuola
La piccola Elena abbraccia la mamma all'uscita da scuola

La piccola Elena Del Pozzo è stata uccisa con diverse coltellate, forse inferte con un coltello da cucina. Questo racconta il suo corpicino ritrovato in un fondo agricolo a 200 mt circa dall’abitazione in cui viveva con la mamma, ad una prima ispezione esterna. A farlo ritrovare, nella mattinata di oggi, è stata la madre di Elena, Martina Patti, 23 anni, che ha confessato l’omicidio della figlia. Il cadavere è stato ritrovato parzialmente sepolto e inserito in cinque sacchi di plastica. Sul luogo anche una pala e una zappa, che erano in uso nell’abitazione della donna.

La donna, nella giornata di ieri, 13 giugno, aveva denunciato la scomparsa della piccola ai carabinieri di Mascalucia. Il racconto su un presunto rapimento, però, ad opera di tre uomini incappucciati, di cui uno armato di pistola, che avevano prelevato la piccola dall’auto della madre intorno alle 15:00, dopo essere uscita dalla scuola materna, è risultato “poco credibile”.

“Nella circostanza, secondo quanto riferito dalla donna, l’episodio sarebbe una conseguenza del comportamento dell’ex compagno (Del Pozzo Alessandro, 24enne con precedenti in materia di spaccio) per non aver ascoltato precedenti messaggi minatori fattigli recapitare presso la propria abitazione in ragione del tentativo posto in essere di individuare il reale complice di una rapina ai danni di una gioielleria di Catania al posto del quale venne arrestato il 15 ottobre 2020 e successivamente assolto nel settembre 2021 per non aver commesso il fatto.” scrivono gli inquirenti.

“Le prime risultanze investigative, anche grazie alla tempestiva acquisizione di idonee telecamere di videosorveglianza, hanno consentito di accertare la mancata corrispondenza al vero del fatto denunciato, attesa l’assenza di gruppi “armati” in via Piave nelle fasce orarie indicate e nonostante una strenua difesa ad oltranza della propria versione da parte della Patti”.

Martina, pressata dalle domande dagli investigatori, che avevano rilevato alcune anomalie nella sua ricostruzione del rapimento, questa mattina avrebbe reso una confessione parziale, ammettendo l’omicidio e riferendo di aver agito senza capire quello che stava facendo. La donna non avrebbe saputo spiegare come e perché avrebbe commesso il delitto, che sarebbe stato consumato dopo che era andata a prendere la bimba da scuola, mentre era sola in casa. Avrebbe poi sepolto il corpo in una campagna e in un secondo momento, per prendere tempo, avrebbe inscenato il rapimento. Una confessione parziale, dunque, che non spiega il movente del terribile gesto.

Il corpo di Elena è stato trasferito all’ospedale Cannizzaro di Catania, dove verrà effettuata l’autopsia. Il corpicino della bambina, all’esito dell’ispezione medico legale, ha evidenziato molteplici ferite da armi da punta e taglio alla regione cervicale e intrascapolare. La bambina sarebbe stata colpita con almeno tre coltellate, al collo, all’orecchio e alla parte alta della schiena. Si attende ora che vengano eseguiti i rilievi scientifici all’interno dell’abitazione dove vivevano madre e figlia, che è stata posta sotto sequestro. La procura di Catania ha predisposto il fermo per Martina Patti per omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. L’arma del delitto non è stata trovata.

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