Nell’isola di Vulcano i valori di emissioni nocive, secondo gli esperti di Arpa e Ingv, continuano a destare una moderata preoccupazione.
L’elemento di novità è l’allarme lanciato da Roma dalla commissione “Grandi rischi” per l’ipotesi di un’eruzione freatica che, per sua natura, è un fenomeno imprevedibile e rapidissimo. Occorre quindi mantenere alta la guardia e, senza creare inutili allarmismi, mettere in campo le necessarie misure di prevenzione e protezione della popolazione. Specialmente in un periodo, come quello attuale, in cui l’isola delle Eolie è frequentata anche da molti turisti.
È questa l’indicazione che è emersa stamane al termine della riunione del Comitato per il coordinamento delle misure per la tutela della salute e dell’incolumità pubblica, convocata dal presidente della Regione, Nello Musumeci, in qualità di commissario delegato.
All’incontro in videocollegamento hanno partecipato, tra gli altri, il dirigente generale del dipartimento regionale della Protezione civile Salvo Cocina, il neo sindaco di Lipari Riccardo Gullo, i rappresentanti della Prefettura di Messina, dell’Arpa Sicilia, dell’Ingv, dei Vigili del fuoco e della comunità di Vulcano.
«Non stiamo sottovalutando alcuna possibilità di rischio – spiega il presidente Musumeci – mettendo in campo tutto ciò che è necessario per tutelare la salute dei cittadini. Il nostro obiettivo è quello di rendere compatibile un’adeguata prevenzione con la fruizione dell’isola (nelle parti autorizzate) da parte di residenti e vacanzieri che, con l’arrivo dell’estate, già affollano Vulcano».
Il prossimo 23 giugno scadrà l’ordinanza interdittiva del sindaco di Lipari sulle aree del porto e della Baia di Levante e la nuova ordinanza, come ha annunciato il sindaco, non solo prorogherà le limitazioni, ma terrà conto di tutte le novità discusse oggi dal Comitato, avvalendosi anche della consulenza della Protezione civile regionale.
In seguito alle relazioni dei rappresentanti della comunità scientifica, il sindaco di Vulcano ha manifestato, in particolare, l’esigenza di attuare una maggiore protezione attiva del territorio, introducendo misure specifiche come la recinzione delle aree a rischio, una segnaletica che indichi ai turisti le aree interdette o non balneabili, il potenziamento dei monitoraggi, anche attraverso l’utilizzo dei sensori di rilevamento dei gas nocivi. Le risorse finanziarie, come emerso nel corso della riunione, sarebbero già disponibili ma, in caso fosse necessario, si potrebbe richiedere l’intervento del governo centrale.
L’ultimo argomento affrontato da Musumeci è stato, poi, quello relativo alla vigilanza «strumento indispensabile per rendere l’isola fruibile in sicurezza». Il governatore siciliano ha annunciato di avere scritto al ministro dell’Interno e al prefetto di Messina «per segnalare l’assoluta carenza di personale in divisa e la necessità di creare un presidio fisso con almeno tre unità preposte alla vigilanza, deterrenza e, in caso di necessità, gestione dell’emergenza». Dal Viminale, al momento, non è arrivata ancora una risposta ufficiale. «Ma insisterò», promette il presidente.