venerdì, Novembre 22, 2024

Mascalucia, la piccola Elena non è stata uccisa in casa. Non è stata trovata l’arma del delitto

martina elena

“Si può con certezza escludere che l’omicidio sia avvenuto in casa”. È quanto avrebbe precisato la Procura Etnea sul delitto della Piccola Elena Del Pozzo e riportato da Ansa Sicilia. “Le tracce di sangue rinvenute” nell’abitazione di Martina Patti, la 23enne rea confessa dell’omicidio della figlia Elena di 5 anni, “sono state portate da fuori”, secondo quanto rilevato dopo gli accertamenti eseguiti da carabinieri del Ris.

Emerge anche che un capo d’abbigliamento della madre era stato sequestrato durante una perquisizione nell’abitazione della donna a Mascalucia.

Il ritrovamento coinciderebbe con la ricostruzione fatta della donna che, durante la confessione, avrebbe detto di essere tornata a casa a cambiarsi d’abito e lavarsi, dopo essere tornata dal campo dove poi è stato trovato il corpo della piccola Elena, prima di uscire per inscenare il falso sequestro della figlia.

Nella casa è stata trovata anche la parte del budino che Martina Patti aveva preparato per Elena e che la piccola non avrebbe finito di mangiare. Elena – sempre secondo il racconto che sarebbe stato fatto agli inquirenti dalla Patti e riportato da Ansa Sicilia – avrebbe seguito la madre per andare a vedere un posto dove la mamma giocava da bambina e dove la piccola non era mai andata e che era curiosa di vedere. Sarebbe quello il posto dove Elena sarebbe stata assassinata e poi parzialmente seppellita.  La madre di Elena – che lo ricordiamo ha confessato il delitto – avrebbe detto di non ricordare la dinamica dell’accaduto.

Ancora Ansa Sicilia riporta un ulteriore particolare che sarebbe emerso dall’autopsia: la bambina sarebbe stata assassinata con oltre 11 coltellate, (poco meno di una ventina parrebbe), una delle quali letale, che ha recido l’arteria succlavia, procurando la morte non immediata della vittima. L’arma del delitto non è stato ancora trovata, nonostante le vaste ricerche dei carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche (Sis) e del comando provinciale di Catania e del Ris di Messina, che hanno battuto a fondo sia la campagna dove è stato trovato il cadavere di Elena, sia l’abitazione dove vivevano madre e figlia.

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