La politica a Librizzi è in apnea. Dopo quanto accaduto nel corso della seduta di insediamento del nuovo consiglio comunale, tutto è fermo in attesa dei prossimi eventi.
Ritornando brevemente all’assemblea cittadina del nuovo corso, perché scaturita dalle elezioni amministrative, celebratasi il 30 giugno scorso, dopo il giuramento di tutti i consiglieri e procedendo a dibattere sul secondo punto all’ordine del giorno, è stata sollevata la questione di incandidabilità del consigliere Francesco Tricoli.
Quest’ultimo, lo ricordiamo, ha partecipato alla campagna elettorale come candidato a sindaco insieme a Renato Di Blasi, che è stato riconfermato quale primo cittadino e a Nunzio Scaglione, terzo classificato. Tricoli, secondo classificato, è stato per pochissimi minuti sugli scranni del civico consesso.
Al suo posto si insedierà il consigliere primo dei non eletti della lista “Librizzi Rinasce”, mentre si resta in attesa che vengano pubblicati all’albo pretorio online gli atti amministrativi collegati alla seduta di insediamento. Da qui scaturirà il ricorso amministrativo o altri ricorsi presentati da Francesco Tricoli.
Questa vicenda, come abbiamo già detto, si è caratterizzate da alcune “stranezze”; ci sono due certificati del casellario giudiziario, uno a distanza di poco tempo dall’altro, i cui contenuti sono diversi – uno dal quale si evinceva nulla e l’altro invece fatti accaduti nel 2012, non dimenticando che nel precedente mandato, Tricoli ha ricoperto la carica di vice sindaco per due anni e di consigliere comunale per gli ultimi tre.
Si attende dunque che il comune pubblichi le delibere collegate al consiglio comunale del 30 giugno e da li Tricoli trarrà le sue conclusioni per proporre ricorso. E mentre si resta in attesa degli eventi e si è come detto in apnea, nel frattempo sono stati numerosi gli attestati di solidarietà ricevuti da Francesco Tricoli, sia da rappresentanti del suo schieramento, sia da semplici cittadini e da altri esponenti politici, segnalando quello di Marco Oreste Stefano e di Pippo Cappadona.