Terremoto politico in Sicilia, che si è abbatte sulla coalizione progressista a soli 3 giorni dal termine per la presentazione delle liste per le regionali. Nel pomeriggio di ieri la conferma ufficiale della rescissione unilaterale del M5S del patto politico annunciata con una nota del leader dei pentastellati Giuseppe Conte via social: “In Sicilia il Movimento 5 Stelle correrà da solo, per dare riscatto e dignità a tutta l’isola. Alcune settimane fa ero stato chiaro: quello che vale a Roma vale a Palermo. “In Sicilia abbiamo tentato fino all’ultimo di costruire un percorso comune, anche in considerazione del percorso di partecipazione costruito in occasione delle primarie” dice Conte. “Dal Partito democratico, però, ancora una volta non sono giunte risposte adeguate”. “Siamo arrivati a questo paradosso – aggiunge Conte -: da una settimana c’è un’impasse dovuta all’insistenza dei democratici per infilare nelle liste esponenti impresentabili.”. I 5S correranno in solitaria con Nuccio Di Paola coordinatore regionale del movimento. Durissima la reazione del PD siciliano, con la replica del segretario regionale Anthony Barbagallo: “La dignità è mantenere la parola data e questa rocambolesca giravolta del Movimento è tutt’altro che degna. E’ alto tradimento nei confronti dei siciliani che hanno creduto al fronte progressista”. Ieri sera il Pd ha convocato la direzione regionale, alla presenza del vice segretario nazionale del Partito Peppe Provenzano, al termine della quale ha ribadito sostegno e piena fiducia a Caterina Chinnici, candidata alla Presidenza della Regione per la coalizione. La scelta approvata con le primarie, dunque, non è in discussione. Ma la Chinnici si è presa 24 ore di tempo per riflettere, non cela la sua amarezza e non esclude il ritiro. Sotto il peso dell’incertezza sembra che molti gruppi si stiano spostando verso Claudio Fava, leader di CentoPassi, già membro della coalizione progressista ormai sgretolata, che così ha commentato la scelta dei 5S: “Conte è un bugiardo” ha tuonato “ha continuato ad alzare la posta, cercando un pretesto per rompere”. Sul fronte opposto, invece, se da un lato il terremoto politico che ha mandato in frantumi il centro sinistra porta Schifani e Miccichè a supporre una facile vittoria alle regionali, dall’altro il candidato alla presidenza della regione del Terzo Polo di Calenda e Renzi, Gaetano Armao smentisce indiscrezioni circolate in queste ore su presunte difficoltà a chiudere le liste, rilanciando sull’appoggio dell’elettorato siciliano di centro-destra.