Si discuterà entro i prossimi quindici giorni, al tribunale della libertà di Messina, l’istanza presentata dagli avvocati Alessandro Pruiti e Vincenzo Amato, riguardante il docente dell’area nebroidea che è agli arresti domiciliari con l’accusa di pedopornografia.
Alla base delle accuse, promosse probabilmente per questo particolare gravissimo reato, dalla procura della repubblica di Messina – e dunque non dalla procura competente per territorio, che sarebbe stata quella di Patti – e poi dal commissariato di Capo d’Orlando, i messaggi Whatsapp che il docente avrebbe inviato ad una sua alunna. Da qui, dopo la denuncia del padre della ragazza, il via alle indagini, culminate giovedì scorso, quando gli agenti del commissariato paladino hanno notificato al docente l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari.
Ieri il gip del tribunale di Messina Ornella Pastore ha proceduto all’interrogatorio del docente, che però si è avvalso della facoltà di non rispondere. A questo punto, per neutralizzare la misura cautelare o perché venga applicata una meno afflittiva, i legali del docente, gli avvocati Pruiti e Amato hanno prodotto ricorso al tribunale della libertà.