Dopo oltre cinquant’anni, una corposa e prestigiosa collezione di cartoline, dipinti e documenti della Famiglia Piccolo di Calanovella ritorna a Villa Piccolo di Capo d’Orlando.
E’ la dimora in cui vissero il poeta Lucio Piccolo, il pittore e fotografo Casimiro Piccolo, la botanica Agata Giovanna, e nella quale soggiornò spesso per lunghi periodi Giuseppe Tomasi di Lampedusa, cugino dei tre fratelli Piccolo.
L’ampio corpus comprende 561 cartoline, 8 opere ad acquerello e a matita, 26 documenti, tutti raccolti pazientemente dal giornalista e studioso Franco Tumeo in anni di ricerche e acquisizioni, con l’intento di ricomporre un prezioso patrimonio documentario che altrimenti si sarebbe disperso.
Nell’estate del 2020, l’importante valenza storico-culturale della collezione è stata suggellata dal vincolo posto dalla Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Messina, diretta da Mirella Vinci che, nel novembre dello scorso anno, l’ha acquisita al patrimonio della Regione Siciliana.
Adesso la Soprintendenza ha concesso la collezione per dieci anni in comodato d’uso gratuito alla Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, presieduta da Andrea Pruiti Ciarello, consentendo così che questo importante materiale storico-culturale possa, non soltanto “tornare a casa”, ma anche essere valorizzato attraverso una serie di iniziative culturali che saranno poste in essere per farlo conoscere e apprezzare. Inoltre, le testimonianze più significative saranno esposte gratuitamente al pubblico.
L’iniziativa è stata presentata questa mattina a Villa Piccolo dalla Soprintendente dei Beni Culturali e Ambientali di Messina Mirella Vinci alla presenza del Presidente della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, Andrea Pruiti Ciarello e del giornalista Franco Tumeo, grazie al quale la collezione negli anni è stata mantenuta e pubblicizzata: nel 2014, infatti, gran parte di essa è stata esposta in una mostra, promossa dalla Fondazione Federico II e ospitata dall’Università degli Studi di Messina, corredata da un ampio e documentato catalogo.
Della raccolta fanno parte cinque acquerelli giovanili di Casimiro Piccolo e tre disegni a matita di entrambi i fratelli. I dipinti, databili tra il 1909 e il 1910, non appartengono ai cosiddetti “acquerelli magici”, ma sono più giovanili e rimandano alle mode pittoriche del tempo.
Uno ritrae la Torre delle Ciàvole a Gliaca di Piraino; un altro è un bel ritratto della sorella Agata Giovanna e sullo stesso foglio Casimiro realizza due schizzi a inchiostro che ritraggono in maniera caricaturale se stesso e il fratello Lucio, un altro dipinto raffigura una donna dal cappello azzurro nell’atto di prendere il tè; un altro acquerello ritrae un volto di uomo con in testa un turbante.
Nella collezione vi sono anche due vedute, una delle quali, a matita, raffigura una strada cittadina, mentre la seconda, ad acquerello, ritrae dal basso la stessa Villa Piccolo. Infine vi sono anche due piccoli disegni a matita, esercitazioni di Lucio Piccolo bambino. Fra le cartoline più significative, ce ne sono alcune inviate da Beatrice Tasca Filangeri di Cutò, madre di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. E vi sono cartoline scritte da quest’ultimo, nelle quali lo scrittore si definisce con l’ormai noto nomignolo di “Mostro”.
Tra i più illustri mittenti rappresentati nella raccolta troviamo Eugenio Montale e la moglie Drusilla Tanzi (Mosca), che ringraziano per l’invio di un agnello pasquale; Andrea Zanzotto che, nel 1963, indirizza una cartolina “Al Poeta Lucio Piccolo”; la giornalista Camilla Cederna che scrive da Corfù; e ancora, le cartoline inviate dal poeta Sandro Penna nel 1964 dalla Croazia e dalla Basilicata, dove si era recato per seguire Pasolini durante le riprese del film “Il Vangelo secondo Matteo”, con le quali informava i tre fratelli che, a breve, si sarebbe spostato con la troupe in Sicilia.
Belli e significativi anche gli scatti fotografici, alcuni dei quali immortalano luoghi radicalmente cambiati, come alcune città italiane ed europee: fra queste vi sono strade e monumenti messinesi, distrutti dal terremoto del 1908 o radicalmente modificati dalla successiva ricostruzione; e ancora, il Castello di Maredolce a Palermo, antico edificio di origini arabe riadattato in epoca normanna, che nella fotografia svetta isolato, mentre da diversi decenni è purtroppo soffocato dagli edifici costruiti tutt’attorno.