Si conclude oggi, con Il Lombardia, la straordinaria carriera del ciclista messinese Vincenzo Nibali.
L’esordio al Laigueglia nel 2005, i piazzamenti e le vittorie alla Vuelta e al Giro d’Italia, il trionfo al tour de France 2014… Traguardi silenziosi, per un campione umile e tenace, che anche in questi ultimi giorni di corse, al tramonto dei suoi 37 anni, sta dando prova del suo talento e del soprannome che gli è stato assegnato: lo “Squalo dello Stretto”.
Il nome, invece, quello vero, è del nonno: un Vincenzo Nibali, un altro, nato a Castell’Umberto diciassette anni dopo il primissimo Giro d’Italia, quello del 1909, e trasferitosi a Messina all’età di 24 anni per mettere su famiglia. Il nonno più famoso dello sport italiano, e un nonno fiero.
Nonostante il mancato trionfo al Mondiale su strada del 2013, e la caduta a 11km dal traguardo della prova in linea, alle Olimpiadi di Rio del 2016, Enzino da Messina ha sempre tenuto alta la bandiera del ciclismo italiano, coronando, con la prova che si sta già svolgendo, nella giornata odierna, tra Bergamo e Como, una carriera più che dignitosa e pulita, anche quando le pratiche dopanti erano quasi la norma.
L’atleta aveva già annunciato il suo ritiro la scorsa primavera, fra le lacrime: dopo 28 anni trascorsi in sella a una bici, al di là del risultato, il colore della sua maglia non potrà che brillare anche oggi.
di Federica Margherita Corpina