Interrogatorio di garanzia e ricorso al tribunale del riesame. Questi i prossimi passaggi riguardanti la vicenda giudiziaria che ieri ha colpito il sindaco di Montagnareale Rosario Sidoti. Quest’ultimo ha nominato come difensore l’avvocato Francesco Aurelio Chillemi; il legale sta esaminando il fascicolo di questa inchiesta, che è piuttosto voluminoso e nel contempo a breve presenzierà all’interrogatorio di garanzia.
Poi, conclusa questa fase, si passerà alle valutazioni sull’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari e da li la strada sarà verso il tribunale del riesame. Ieri intanto il Prefetto di Messina Cosima Di Stani, come si legge nella sua comunicazione, a seguito della esecuzione dell’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal gip del Tribunale di Patti, su richiesta della procura della repubblica, nei confronti di dieci persone, tra i quali il Sindaco di Montagnareale Rosario Sidoti ha provveduto a comunicare il provvedimento di competenza con il quale si è preso atto dell’intervenuta causa di sospensione del sindaco ai sensi dell’art. 11 del decreto legislativo 31 dicembre 2012 n. 235, la cosiddetta “Legge Severino”.
Le indagini di questa operazione sono state curate dalla procura della repubblica di Patti; le contestazioni sono: associazione a delinquere finalizzata a plurime bancarotte fraudolente, tentata indebita percezione di finanziamenti pubblici di matrice regionale e comunale e riciclaggio. Da qui le dieci misure cautelari, una ai domiciliari per il sindaco e nove misure interdittive per componenti della sua famiglia ed il sequestro di denaro e beni per un valore complessivo di circa 3,5 milioni di euro.
L’inchiesta è stata sviluppata dagli specialisti economico-finanziari della Tenenza della Guardia di Finanza di Patti, sotto il coordinamento del Gruppo di Milazzo; le fiamme gialle si sono avvalse di intercettazioni telefoniche, ricostruzioni documentali, accertamenti bancari ed altre attività di polizia giudiziaria.