lunedì, Settembre 16, 2024

Patti: si è chiusa alla Concattedrale l’Assemblea Ecclesiale Diocesana, consegnata la lettera pastorale “Ascoltare è servire”

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Il vescovo di Patti monsignor Guglielmo Giombanco, ha “accompagnato” la consegna della lettera pastorale “Ascoltare è servire” alle comunità parrocchiali, alle consacrate, ai gruppi, ai movimenti e alle associazioni, nel corso di una Liturgia della Parola celebrata nella Concattedrale “Santi Martiri del XX secolo”, nel momento conclusivo dell’Assemblea Ecclesiale Diocesana.

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La lettera ritmerà il cammino della Chiesa diocesana nel secondo anno del cammino sinodale, per il quale è stata scelta l’icona evangelica di Marta e Maria.

Monsignor Giombanco ha proposto la sintesi di quanto emerso dagli incontri nei sei vicariati della diocesi, con le parrocchie chiamate a riflettere sugli spunti offerti da monsignor Erio Castellucci durante la prima “tappa” dell’Assemblea Ecclesiale Diocesana del 4 ottobre nel “Palauxilium” di Sant’Agata Militello.

Ha comunicato l’inizio del cammino di preparazione al diaconato permanente di alcuni laici, auspicando la ripresa nelle parrocchie della lectio divina, la promozione di incontri di preghiera, di ritiri, specie nei tempi forti dell’Anno Liturgico.

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Ha anticipato la ripresa dei corsi di formazione biblica on line, già proposti durante la pandemia, e di formazione per lettore, accolito e catechista e di corsi con lo stile di esercizi spirituali, da tenere verosimilmente nel seminario estivo di Castell’Umberto, per approfondire, a 60 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II, la Gaudium et Spes e la Lumen Gentium, alla luce dell’Evangelii Gaudium di Papa Francesco.

Auspicando che tutti abbiano il “desiderio di riscoprire il senso di appartenenza alla Chiesa”, Monsignor Giombanco si è anche soffermato sulla presenza della Chiesa sul territorio dioce­sano “per non restare ancorati a certe abitudini che oggi non hanno più motivo di esistere. Non hanno senso, ad esempio, servizi solo per mantenere le strutture. Dobbiamo concentrarci sugli obiettivi comuni e non sulle prerogative a cui non vogliamo rinunciare. Così la sinodalità diventa un vero processo di conversione”.

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