Slobodanka Metusev Capoterra, Alexandra Elena Mocanu Bolzano, Ilaria Maiorano Osimo, Ilaria Sollazzo Scalea, Giuseppina Fumarola Villa Castelli, Alessandra Matteuzzi Bologna. Sono solo alcune tra le ultime vittime di femminicidio di una lista già lunga, 46 nomi nel 2022.
Donne che avevano denunciato o che avevano taciuto, uccise dai loro compagni o ex compagni, che avevano dato segnali di aggressività o che hanno scatenato la loro furia all’improvviso.
Sulle prime pagine dei giornali ci sono finite perché sono morte. Ma la violenza di genere, quella che si consuma nella quotidianità, spesso nel silenzio, che a volte prelude ad epiloghi drammatici, non fa ancora discutere abbasta. Il suo intreccio con le norme del “Codice Rosso” nato per contrastarla sono un tema aperto e attuale. Norme che da un lato tentano di arginare e reprimere questo triste fenomeno, ma che non racchiudono ancora in sé tutta la certezza che la vittima reclama. Se ne è parlato il 5 novembre a Gliaca di Piraino, all’Antica Posta dei Denti con un evento organizzato dall’associazione avvocati matrimonialisti italiani, curato ed organizzato dall’avvocato Maria Sinagra, con gli interventi di relatori che, quotidianamente, si trovano a contatto con vittime e autori del reato: carabinieri, pubblici ministeri, gip e giudici.