Nei prossimi giorni, il Procuratore della Procura di Barcellona P.G. Giuseppe Adornato e gli altri PM che stanno curando l’indagine sull’omicidio di Salvatore Chiofalo, si recheranno sui luoghi chiave relativi alla scomparsa del giovane barcellonese, avvenuta nel 2016, quando aveva appena 32 anni.
La decisione è scaturita dalla necessità di chiarire gli ultimi spostamenti del Chiofalo, la cui autovettura era stata ritrovata in fiamme, alla luce dei nuovi elementi emersi e per i quali è stato riaperto il fascicolo. Infatti, la giusta ricostruzione delle ultime ore dello scomparso potrebbe riaprire scenari investigativi finora inesplorati.
Per tale occasione, i Carabinieri dispiegheranno anche lo Squadrone Eliportato Cacciatori Sicilia, con sede in Sigonella, unità dell’Arma a elevata specializzazione in grado di supportare i Reparti territoriali su terreni impervi e di difficile accessibilità, agendo in simbiosi con elicotteri, e che in passato si è reso protagonista di importanti operazioni di servizio, anche riguardanti l’arresto di pericolosi latitanti rintracciati in zone montuose.
L’area interessata, compresa tra le frazioni di Gala, Migliardo, Maloto e Fondacarso, sarà dunque battuta metro per metro dai Carabinieri dello Squadrone, muniti della loro speciale strumentazione ed equipaggiamento, e che opererà in sinergia con i militari della Compagnia Carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto.
In questi giorni si è anche proceduto a sottoporre a nuovo esame, mediante applicativi di nuova generazione, tutti i file delle telecamere di video sorveglianza presenti nelle immediate vicinanze dei luoghi interessati dalla sparizione, acquisiti all’epoca del fatto ma anche di quelli nelle vicinanze dei luoghi abitualmente frequentati dai principali indiziati al fine di verificare gli alibi da essi forniti.
Ricordiamo che Salvatore Chiofalo era sparito in quell’area rurale il 27 agosto 2016. Era uscito la mattina presto da casa, ma da quel momento era svanito nel nulla. Il suo fuoristrada Toyota Land Cruiser fu ritrovato incendiato sulla collina sovrastante contrada Praga, tre giorni dopo la sua scomparsa (rettifica di redazione). Un luogo, stante le prime ricostruzioni dell’epoca, con cui il 32enne non avrebbe avuto alcun legame.
Nessuna traccia del giovane fu trovata nei giorni successivi, nonostante le ricerche e, con il passare del tempo, sempre più forte si insinuava il dubbio che potesse trattarsi di un caso di lupara bianca.