Sono stati rigettati i ricorsi presentati dai comuni di Castell’Umberto, Capo d’Orlando, Terme Vigliatore, Capri Leone, Galati Mamertino, Rodì Milici, San Salvatore di Fitalia e Ucria, presentati contro il Ministero dell’Interno, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Città Metropolitana di Messina, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Passaniti e nei confronti del comune di Taormina.
I comuni, rappresentati dagli avvocati Rosario Ventimiglia, Enrico Maria Antonio Giardinieri, Sebastiano Ravì, Flavia Galbato Muscio, hanno chiesto l’annullamento del decreto che li ha esclusi dai piani urbani integrati – i cosiddetti Pui – finanziabili, selezionati e presentati dalle Città Metropolitane con risorse del pnrr, per promuovere la rigenerazione urbana, progetti legati alle smart cities, con particolare riferimento ai trasporti ed al consumo energetico.
La Città Metropolitana di Messina, alla quale la legge ha assegnato la somma di oltre 132 milioni di euro, quale soggetto attuatore e coordinatore dei Pui, ha indetto incontri di concertazione tra i soggetti coinvolti dalla procedura e cioè il Sindaco Metropolitano, i referenti tecnici della Città Metropolitana ed i sindaci, per l’avvio delle procedure per l’individuazione dei progetti da finanziare.
Ufficializzato il bando, i comuni di Castell’Umberto, Capo d’Orlando, Terme Vigliatore, Capri Leone, Galati Mamertino, Rodì Milici, San Salvatore di Fitalia e Ucria hanno partecipato, ma la proposta progettuale è stata però esclusa poiché presentata fuori termine. Da qui il ricorso dei comuni.
Nel merito il ricorso è stato giudicato infondato dal Tar di Catania, perché il termine di presentazione dei progetti era perentorio – 22 marzo 2022 e sono stati presentati fuori termine e cioè il 28 marzo successivo.
Anche la domanda di risarcimento del danno che il comune ritiene di aver subito per effetto della presunta condotta illecita della Città Metropolitana è stata rigettata; è emerso dalla ricostruzione dei fatti e dalla documentazione prodotta che non è possibile imputare alla Città Metropolitana alcun tipo di condotta passibile di censura, né la volontà di danneggiare i comuni.
E su questa vicenda si registra la dichiarazione del sindaco di Castell’Umberto Vincenzo Lionetto Civa:
“La colpa non è dei comuni, che hanno rispettato i termini del bando, ma della Città Metropolitana di Messina che è l’unico soggetto attuatore”; così il sindaco di Castell’Umberto Vincenzo Lionetto Civa, che parla anche a nome di altri sindaci, al momento di Capo d’Orlando e di Ucria.
Il primo cittadino del centro montano ha evidenziato come con il decreto 16 del 3 febbraio 2022 il sindaco metropolitano avesse inviato a tutti i comuni la richiesta per presentare a Messina le proposte progettuali; a sua volta, la Città Metropolitana avrebbe dovuto inviarle a Roma, essendo l’unico soggetto attuatore, perchè i comuni, dal canto loro, non avrebbero potuto presentare autonomamente alcuna proposta progettuale.
“Il comune di Castell’Umberto, facendo seguito al decreto, inviò entro il termine del 21 febbraio 2022, alle ore 23.25, la proposta progettuale alla Città Metropolitana per pec – da qui si evince che eravamo molto interessati a questa progettazione e lavoravamo anche di notte. La stessa proposta era stata inviata il 30 dicembre 2021, alle ore 9.14, sempre per pec alla Città Metropolitana, facendo seguito ad una serie di incontri territoriali con il sindaco metropolitano.
In avanti, il 22 marzo 2022 e cioè il giorno della scadenza, la Città Metropolitana presentò a Roma il proprio piano ed escluse unilateralmente tutti i progetti presentati dai comuni. Essendo venuti a conoscenza di questa circostanza, pubblicata sul sito della Città Metropolitana, noi sindaci abbiamo alzato alto il grido della nostra protesta; da qui l’allora commissario della Città Metropolitana rassicurò noi sindaci, evidenziando che avrebbe mandato una lettera e una comunicazione al ministero ad integrazione e rettifica, inviando il nuovo piano e inserendo al suo interno anche la progettualità dei comuni.
Il nuovo carteggio fu inviato a Roma ovviamente oltre i termini previsti dal bando, ma per colpa della Città Metropolitana, non certo per colpa dei sindaci, perchè noi infatti avevamo inviato per tempo alla Città Metropolitana la nostra proposta progettuale. Il ministero non deve aver tenuto conto della nuova comunicazione della Città Metropolitana di rettifica ed integrazione della proposta progettuale precedentemente inviata, perchè inviata oltre i termini. Ma qui la colpa è chiarissima da parte della Città Metropolitana e non certo dei sindaci.”